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Questo articolo è stato pubblicato il 11 marzo 2014 alle ore 06:42.

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Avanti insieme. Dopo le polemiche seguite alla firma di un protocollo tra Regione Marche e il colosso cinese degli elettrodomestici Haier, ieri l'incontro tra il governatore Gian Mario Spacca e i rappresentanti di Confindustria Marche e Ancona ha riannodato i fili di un dialogo che sembrava essersi inceppato. I termini del «memorandum», finalizzato a collaborazioni con aziende locali per lo sviluppo di prodotti ad alto contenuto tecnologico, non sono stati definiti, per la verità. Ma c'è stato un chiarimento sul metodo, ovvero sulla necessità di collaborazione per gestire gli sviluppi dell'intesa, così come tutte le azioni di politica industriale finalizzate al rilancio dell'economia regionale, concordate ieri nell'incontro tra Giunta regionale e rappresentanze territoriali degli industriali.
Il «memorandum» aveva sollevato malumori e perplessità tra gli imprenditori, sia per il loro mancato coinvolgimento, sia per il timore di possibili «cannibalizzazioni» di piccole aziende e competenze territoriali da parte del colosso cinese, da tempo a caccia di una base produttiva per consolidarsi sul mercato europeo. Ieri, il chiarimento. «Con 101 imprese per mille abitanti, le Marche sono la regione con il più alto tasso di imprenditorialità del Paese – spiega il presidente Spacca –. Dobbiamo attuare una politica industriale capace di consolidare questo patrimonio e recuperare la leadership in settori in cui siamo sempre stati all'avanguardia, come gli elettrodomestici». Il «memorandum» andrebbe in questa direzione: cercare capitali stranieri per sostenere il patrimonio di competenze e conoscenze delle aziende marchigiane, messo negli ultimi anni a dura prova dalla crisi. «Non c'è rischio di furto di know-how – precisa il governatore –. Vigileremo in questo senso. Ma se non mostriamo apertura verso gli investimenti stranieri, i capitali andranno altrove».
Concorda il presidente di Confindustra Ancona, Claudio Schiavoni, che nei giorni scorsi aveva sollevato le critiche sul metodo: «Ben vengano i capitali stranieri, se rispettano le nostre regole. Ci siederemo attorno a un tavolo anche per definire i termini di questo accordo, come sulle altre questioni affrontante con la Giunta». Questioni relative allo sviluppo di una politica industriale regionale, attraverso cinque direttive principali individuate da Regione e Industriali: innovazione, internazionalizzazione, utilizzo dei fondi Ue, semplificazione e consolidamento dell'imprenditorialità. Cinque «aree di progettualità» che saranno oggetto, come spiega il presidente di Confindustria Marche Nando Ottavi, di ulteriori tavoli e confronti tra le parti.
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