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Questo articolo è stato pubblicato il 12 marzo 2014 alle ore 06:42.
L'ultima modifica è del 12 marzo 2014 alle ore 06:59.

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L'idea nasce da un ricercatore italiano, Stefano Buono, che nel 2002 ha scelto la Francia come sede per aprire la propria azienda, spin-off del Cern di Ginevra. Negli anni, lo sviluppo del business ha però riportato l'impresa in Italia: paese dove, oggi, si concentra una buona parte dell'attività del gruppo.
La storia è quella della AAA, l'Advanced Accelerator Applications. Il gruppo farmaceutico, specializzato nella medicina nucleare sia sul fronte dei prodotti diagnostici che della terapia innovativa, oggi conta 290 dipendenti e 17 centri di produzione, ricerca e sviluppo in 11 Paesi (tra cui Stati Uniti, Canada e Israele). Quattro centri in Italia: due in Piemonte, nell'eporediese (dentro il Bioindustry Park) e a Saluggia, in Emilia Romagna, a Meldola e in Molise, a Venafrio. AAA è oggi una società di riferimento in Europa nella medicina nucleare e può contare su 180 azionisti, in gran parte privati. «Circa un terzo del personale – spiega Maurizio Franco Mariani, direttore Ricerca e Sviluppo AAA – è impiegato in Italia. Dove sviluppiamo buona parte della nostra attività. In particolare, in Piemonte, abbiamo trovato un terreno molto fertile anche grazie al lavoro svolto dal Bioindustry Park per crescere, sviluppare progetti e intessere collaborazioni con il mondo universitario. La nostra storia testimonia come sia possibile investire e stimolare talenti, creando dall'Italia le condizioni per un dialogo internazionale». Nel 2013, AAA ha chiuso con un fatturato di circa 56 milioni: con un forte incremento rispetto agli ultimi anni. «L'attività guarda a un doppio binario, rivolto sia all'implementazione di progetti interni che all'acquisizione di idee e programmi. Tutto il fatturato viene attualmente reinvestito in acquisizioni o attività di ricerca». AAA è fra le imprese che, in questi giorni, hanno preso parte agli incontri ed eventi del Bio Europe Spring 2014 di Torino.
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