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29 maggio 2014

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Firmato l'accordo tra azienda, lavoratori e istituzioni

Dopo sette mesi ieri, al ministero dello Sviluppo economico, è stato firmato un accordo definitivo che riguarda tutte le fabbriche e le produzioni italiane di elettrodomestici Electrolux. All'incontro hanno partecipato i presidenti delle quattro regioni coinvolte. «Ognuno ha fatto la sua parte: i lavoratori, il sindacato, l'azienda, i territori», ha detto il ministro Guidi. Oggi pomeriggio l'ufficialità nell'incontro con il premier Matteo Renzi. È la stretta finale sul testo messo a punto dopo la lunga trattativa, la mobilitazione nelle fabbriche (quattro quelle italiane della multinazionale finite sotto indagine di competitività), un tavolo saltato nella notte e una difficile ricomposizione.

Ieri in mattinata la vertenza era entrata nella fase "no stop", con i rappresentanti di Fim, Fiom e Uilm riuniti fin dall'alba. «Sta per cominciare quella che spero sia la riunione definitiva. Con #landini ci confrontiamo», scriveva su Twitter il presidente del Veneto Luca Zaia con tanto di foto faccia a faccia con il segretario Fiom poco prima dell'inizio della riunione. Una regione in prima linea fin dall'inizio, così come il Friuli VG: «Un accordo importante – ha commentato la presidente Debora Serracchiani – che mantiene in attività tutti e quattro gli stabilimenti italiani, compreso quello più fragile di Porcia». Un passaggio, ha detto Maurizio Landini «che deve insegnare che i soldi pubblici si danno alle aziende che non licenziano, non delocalizzano». Il dato significativo «è che la multinazionale resta ben radicata in Italia» sottolinea il presidente dell'Emilia Romagna, Vasco Errani. «Le Regioni del Nord hanno una vocazione industriale che dobbiamo sfruttare», aggiunge il lombardo Roberto Maroni.

L'accordo «permette una riduzione del costo del lavoro e del prodotto e prevede importanti azioni di efficienza produttiva nelle fabbriche italiane – fa sapere l'azienda in una nota –. Ciò consente, nel quadro del piano strategico 2014-2017, di procedere allo sviluppo operativo del piano industriale e alla allocazione di investimenti previsti per 150 milioni. Electrolux prevede per tre fabbriche (Solaro, Susegana e Forlì) volumi in crescita. Per Porcia viene assicurata la continuità delle produzioni di lavabiancheria attraverso una rifocalizzazione della missione sui segmenti più alti e a maggior valore aggiunto».

Per Ernesto Ferrario, ad di Electrolux Italia, «un passaggio di fondamentale importanza per la continuità produttiva, la competitività e la protezione dei posti di lavoro nelle nostre fabbriche. È stato un percorso complesso e sofferto e, senza intesa, oggi ci troveremmo in una situazione davvero difficile sia dal punto di vista della continuità che della protezione dell'occupazione». Ora la parola passa ai lavoratori. Le assemblee inizieranno venerdì 16 maggio a Forlì; a seguire Porcia, il 19 maggio, Susegana il 20 e infine il 21 Solaro. In tutti i siti l'intesa sarà sottoposta a referendum che si concluderà entro giovedì 22 maggio.

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