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Questo articolo è stato pubblicato il 30 giugno 2014 alle ore 14:40.

«Una prospettiva nuova e incoraggiante è ancora possibile per la piccola e media imprenditoria italiana (Pmi) che, malgrado la morsa della crisi tenda a soffocarla, non lesina sforzi sotto ogni profilo per "tenere botta". Anzi, addirittura per crescere, tentando dunque di invertire un negativo trend globale.

Un messaggio arrivato forte e chiaro anche da un'area del Paese a torto o a ragione considerata molto periferica come quella calabrese di Copanello (splendida località incastonata nella costa ionica di Catanzaro), diventata però per due giorni l'ombelico dell'Italia che produce e commercializza ogni genere di prodotto. La Pmi, componente di rilievo di Confindustria, ha aderito all'invito di tenere una seduta del suo consiglio centrale in questo suggestivo angolo di Calabria, dando spazio anche a quattro tavole rotonde animate dal gotha di Confindustria nazionale e regionale.

Erano presenti il presidente del comitato tecnico Credito e Finanza di Confindustria Vincenzo Boccia, il presidente della Pmi Alberto Baban, affiancato dai suoi vice Giuseppe Ponzi e Massimo Cavazza, del presidente Federconfidi Pietro Mulatero, del responsabile dell'ufficio Crediti Abi Raffaele Rinaldi, del membro del comitato di gestione del fondo di garanzia Pmi Salvatore Vescina, del relationship manager primary markets di Borsa Italiana Patrizia Celia e del senior partner del Fondo d'Investimento Renato Salsa.

Accanto a loro il presidente regionale di Confindustria Giuseppe Speziali e quello di Catanzaro Daniele Rossi, il presidente di Unionfidi Renato Pastore e il vicepresidente di Banca Nuova Fiorenzo Sbabo. Fra i relatori anche il promotore dell'evento, il presidente di Pmi Calabria Aldo Ferrara, il quale ha aperto i lavori, e chi lo ha sostenuto sotto il profilo economico, ovvero il presidente della Camera di Commercio di Catanzaro Paolo Abramo, che ha relazionato.

Ognuno di loro si è soffermato su vari aspetti, partendo dal punto di vista di quanti hanno la responsabilità di gestire un'azienda e di coloro che invece rappresentano le banche, i fondi di garanzia e persino il mondo della Borsa. Denominatore comune della discussione - moderata dal vicedirettore del Sole 24 Ore Alessandro Plateroti, che ha "punzecchiato" i suoi interlocutori con domande mirate e a volte anche scomode - la necessità di agevolare l'accesso al credito alle imprese. Una sorta di mission istituzionale per le banche, a cui tuttavia assolvono sempre meno, preferendo invece ben altra politica in tempi di crisi del tessuto produttivo. Ma la spina dorsale del Paese meriterebbe maggiore fiducia e concrete chance sotto forma di finanziamenti per non soffrire eventuali cali di vendite e raccogliere la sfida dell'innovazione».

Concetti ripresi dal presidente Ferrara: «Il mercato calabrese è asfittico e caratterizzato da una scarsa propensione all'internazionalizzazione. Ma tale aspetto può paradossalmente essere una risorsa, perché significa che ci sono ancora nuove strade da percorrere. È però fondamentale che ci sia un sistema di garanzia forte e funzionante a tutela di un credito erogato per consentire determinati investimenti. Affinché tutto ciò accada, dobbiamo tuttavia rafforzare i Confidi che devono essere affidabili, sostenibili ed efficaci».

A completare la mattinata di dibattito i pareri dei presidenti Boccia e Baban. Il primo ha spiegato: «L'unico modo per rilanciare il Paese è far diventare centrale la questione industriale. Noi ci stiamo provando, facendo sì che il successo di un'iniziativa come l'agenda del credito, varata da Confindustria, diventi una sorta di vademecum per l'Italia». D'accordo con lui il suo successore al timone della Pmi, che ha peraltro aggiunto: «La vostra Gioia Tauro può prendere il posto di quello di Amsterdam, diventando la porta d'Europa. Serve, però, una rete infrastrutturale adeguata a supporto».

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