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Questo articolo è stato pubblicato il 01 luglio 2014 alle ore 18:41.
Per le aziende dell'Ict in Italia retribuzioni in salita e occupazione tutto sommato stabile, anche se con un leggero segno negativo davanti. In tutto ciò, la Riforma Fornero è al più valutata come ininfluente (58,5% aziende del campione), se non negativa per l'aumento dei costi nella gestione della flessibilità in entrata. È questo il principale risultato di sintesi dall'Osservatorio delle competenze digitali 2014, realizzato dall'Agenzia per l'Italia Digitale insieme ad Assinform, Assintel e Assinter, presentato oggi a Milano.
Occupati. I dati ufficiali parlano di 539.483 addetti (regolari e atipici) del settore, con un saldo 2013 fra assunzioni e uscite appena negativo sostanzialmente stabile e con retribuzioni che recuperano potere d'acquisto (impiegati +2,7%, quadri +3,1%, unica eccezione i dirigenti con flessione del -0,2%).
Recruiting. Il reclutamento dei manager avviene utilizzando il proprio network professionale/personale (43,4% dei casi), executive search (34%) e Linkedin (29,2%). Diversa la situazione di ricerca per i neoassunti. Al primo posto c'è il contatto con scuole e università (53,8%), cui segue il sito aziendale (51,9%) e le autocandidature (35,8%).
I profili. I tre ruoli strategici più richiesti sono quello0 dell'account manager (55,7%); project manager (50%), Ict consultant (34%). Dall'altra parte, i tre profili più difficili da reperire sono: account manager (35,8%); software developer (22,6%); business analyst (21,7%). Difficili da trovare sul mercato anche i Mobile application developer per gli hardware vendor (60%) e gli Ict security manager per le aziende di digital solutions (44,4%).
Sviluppo e formazione. Secondo i risultati dell'Osservatorio presentato oggi, un'impresa Ict su due non ha un sistema formale di valutazione delle prestazioni dei propri dipendenti: ciò è tanto più vero quanto più piccola è la sua dimensione, e il dato è preoccupante, visto che il 95% delle aziende Ict ha meno di 9 addetti. La formazione è in continuo calo per problemi di budget (più della metà dei casi), oltre che per la difficoltà a trovare corsi in linea con le esigenze aziendali (per un terzo dei casi). E' utilizzata come leva per trattenere prevalente i neoassunti nel 25,5% dei casi.
Le valutazioni. Per Agostino Santoni, presidente di Assinform, "è in atto una profonda trasformazione dei modi di produrre e fare sistema, basata proprio sulle tecnologie digitali. È un fenomeno inarrestabile. Allineare le competenze digitali disponibili a fabbisogni in continuo divenire è oramai condizione essenziale per fare impresa e creare occupazione". E' "necessario partire dalle persone e dalle loro capacità e competenze per rilanciare il futuro del Paese" sostiene dal canto suo la presidente di Assinter Clara Fresca Fantoni. "Siamo riusciti ad attivare un dialogo fra Pubblico e Privato nell'ICT sul terreno comune della valorizzazione delle competenze digitali, fattore strategico per la vera evoluzione del nostro mercato", commenta Giorgio Rapari, Presidente di Assintel.
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