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Questo articolo è stato pubblicato il 05 luglio 2014 alle ore 08:15.

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TRIESTE
Una ripresa debole, al di sotto delle aspettative. Il permanere delle difficoltà, che vanno dall'imposizione fiscale al 68,6% (rispetto al 48% della Germania e al 43 della media europea), ai costi dell'energia (il 30% in più rispetto al resto d'Europa), alla burocrazia asfissiante, ai mancati pagamenti della Pubblica amministrazione (69 miliardi di crediti vantati dalle imprese in tutta Italia).
La Trieste che produce – la provincia costituisce il 10% del Pil regionale – fa il bilancio di una anno ancora faticoso, in cui non si è vista la reale uscita dal tunnel. «Il mercato è ancora fermo – ha detto ieri il presidente della Confindustria triestina Sergio Razeto all'assemblea annuale della associazione –. Le imprese fanno quello che possono, ma il manifatturiero ha bisogno di attenzioni. C'è una crescita solo per chi esporta (+3,2% l'export nel primo trimestre 2014, ndr), ma siamo preoccupati per il calo della domanda interna, che registra un -5,5%, e per il mercato del lavoro, con il tasso generale di disoccupazione che in regione è salito al 7,7%». «Desta preoccupazione – continua Razeto – anche la bassa domanda di investimento, che si prevede in decrescita anche nel 2014».
Qualcosa, però, si muove. Sono segnali positivi l'interesse di Arvedi per la Ferriera di Servola, così come l'intenzione della Regione di semplificare e accorpare da 10 a 5 gli attuali enti e consorzi industriali.
«Il territorio necessita urgentemente di un rafforzamento del settore manifatturiero – ribadisce il presidente di Confindustria –. Servono risposte di politica industriale che rendano il territorio più competitivo, attraggano nuovi insediamenti, salvaguardino e facciano crescere le imprese attualmente presenti». Va in questa direzione il documento regionale per lo sviluppo industriale Rilancimpresa, che prevede interventi di sostegno alle Pmi e alle specializzazioni manifatturiere, di assistenza alla nascita di start up innovative, di adozione di misure fiscali per attrarre nuovi investimenti, e di semplificazione normativa.
Non solo. Nel corso degli incontri degli ultimi mesi con la presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani, è stata recepita la proposta di Confindustria Trieste sull'avvio di due progetti di filiera: lo sviluppo di un distretto biomed/biotech per rafforzare una rete tra aziende afferenti alla biomedicina molecolare e la costituzione di un distretto dell'industria dell'off-shore. Due iniziative per la crescita dimensionale delle realtà già presenti sul territorio.
Altri due sono gli ambiti che hanno bisogno di attenzioni: lo sviluppo dello scalo marittimo, con il potenziamento della rete ferroviaria e l'istituzione di un'unica Autorità portuale regionale, e la carenza di credito alle imprese, sempre più marcata in provincia, secondo i dati di Bankitalia.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
I NUMERI
+3,2%
L'export
Il guadagno delle esportazioni triestine nel primo
trimestre 2014
-5,5%
Mercato domestico
Il calo degli ordinativi interni nei primi tre mesi dell'anno
7,7%
Senza lavoro
Il dato della disoccupazione
a livello regionale
10%
Trieste
Il peso della provincia
nel prodotto interno lordo regionale

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