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Questo articolo è stato pubblicato il 08 luglio 2014 alle ore 09:32.
L'ultima modifica è del 08 luglio 2014 alle ore 09:34.

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Wärtsilä e sindacati hanno raggiunto un'intesa sulla mobilità. In base all'accordo, l'uscita dall'azienda sarà volontaria e incentivata da 17.600 euro (nel caso in cui il lavoratore che se ne va starà in mobilità un solo anno e andrà in pensione senza penalizzazioni), fino a 43.300 euro per chi starà in mobilità per 36 mesi con penalizzazioni derivanti dalla legge Fornero. A queste cifre bisogna poi aggiungere le somme erogate come indennità di mobilità, Tfr e ferie.

Potranno uscire volontariamente da Wärtsilä massimo 90 lavoratori (il numero equivalente agli esuberi annunciati dall'azienda lo scorso aprile, inizialmente ne erano previsti 130). Alla mobilità potranno accedere tre categorie di lavoratori: personale proveniente dalle aree eccedentarie (come la logistica, il real estate, il powerplant) che siano già pensionate, o che autocertifichino all'azienda di possedere i requisiti per andare in pensione attraverso l'utilizzo della mobilità; addetti provenienti da tutte le altre aree dell'azienda che manifestino volontariamente entro il 31 agosto 2014 l'intenzione di utilizzare la mobilità finalizzata al raggiungimento della pensione; una terza tipologia è quella di chi comunicherà la volontà di utilizzare la mobilità senza lo sbocco pensionistico e che abbiano però il consenso all'uscita da parte dell'azienda.

Nell'accordo sono anche presenti clausole di salvaguardia nel caso di modifica della normativa sulle pensioni.
«Quando si raggiunge un accordo c'è sempre soddisfazione reciproca», commenta
Sergio Razeto, presidente e ceo della filiale italiana di Wärtsilä. In effetti, anche i sindacati giudicano l'intesa sulla mobilità positiva, in attesa di capire il destino degli occupati della logistica. L'intenzione dell'azienda è quella di esternalizzare il comparto, cedendo anche i 26 occupati, mentre i sindacati sperano di assorbire i lavoratori grazie alle uscite volontarie. «Nessuno resterà a casa – sottolinea Razeto – perché i lavoratori della logistica saranno assorbiti dalla società acquirente. Quest'ultima deve avere diverse attività in modo che se anche Wärtsilä dovesse ridurre le commesse, non ci deve essere pericolo di licenziamenti». Al capitolo logistica, comunque, si tornerà a settembre.
Per ora si registra il passo in avanti verso il piano di ristrutturazione. Wärtsilä, azienda finlandese specializzata nella fornitura di sistemi di propulsione e generazione d'energia per il settore marino e per centrali elettriche, è impegnata in un piano di riorganizzazione complessivo a livello di Gruppo cominciato ad inizio anno. «C'è soddisfazione per l'accordo sulla mobilità, meno per il fatto che ci sia voluto così tanto tempo per raggiungerlo. In altre parti del mondo – sottolinea Razeto confrontando il processo di riorganizzazione in Italia rispetto a quello in altri Paesi - l'intesa è stata raggiunta due mesi fa. Questi non sono segnali positivi per gli investitori stranieri». Nel nostro Paese, l'azienda conta circa 1.300 occupati, di cui la maggior parte nello stabilimento di Trieste.

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