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Questo articolo è stato pubblicato il 08 luglio 2014 alle ore 06:39.

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BRESCIA
C'era una volta il distretto della lavorazione dell'ottone di Lumezzane, in provincia di Brescia. Oggi non esiste più, nel senso che, in gran parte, le aziende sono scese a valle, alla ricerca di nuovi spazi e connessioni logistiche. E l'ottone o l'acciaio, nella produzione di raccorderia, valvole e rubinetti, non sono più i soli protagonisti del distretto «diffuso» ma, dove possibile, stanno lasciando spazio a nuovi materiali, come l'acciaio al carbonio o altre leghe non ferrose dotate di particolari caratteristiche. Le recenti scelte del gruppo Bonomi (comprende Rubinetterie Bresciane spa, Valbia srl, Valpres srl) sono paradigmatiche da questo punto di vista. Pur mantenendo salde le radici in Valtrompia, i fratelli Aldo e Carlo Bonomi – ormai è entrata in azienda con ruoli strategici anche la quarta generazione con i figli Massimo, Mario, Marta, Alessandra, Monica – hanno portato a termine negli ultimi tre anni un investimento da oltre 40 milioni di euro per spostare a Gussago (sempre in provincia di Brescia, ma a due passi dalle autostrade) parte della produzione. Una scelta che conferma la volontà di presidiare con forza un mercato che, nonostante le difficoltà nei consumi interni, mostra segnali di dinamismo sui mercati esteri e nelle nuove nicchie di prodotto.
«Dopo anni di lavoro e di dura selezione siamo riusciti a diventare fornitori di Fincantieri» spiega a questo proposito Aldo Bonomi, presidente della società. Il gruppo fornirà raccordi in acciaio cupronickel, una lega di rame caratterizzata da resistenza alla corrosione dell'acqua di mare. «Per ora – aggiunge Bonomi – abbiamo ottenuto una commessa da 1,5 milioni di euro, ma la collaborazione è ampia». Il gruppo sta sperimentando anche nuovi mercati: Valpres sta sviluppando produzioni per l'oil&gas e in generale per il settore industriale, diversificando il core business idrotermosanitario. In generale, sono i mercati esteri che chiedono soluzioni particolari, e che spingono l'azienda alla ricerca di nuove soluzioni: «Siamo gli unici a Brescia – aggiunge Bonomi – a realizzare, per esempio, prodotti in acciaio al carbonio».
Ed è stato l'estero (i mercati nodamericani, in particolare) a sostenere nel 2013 i conti del gruppo Bonomi (circa 287 i dipendenti). Le vendite aggregate sono scese da 100,112 milioni a 97,108 (i ricavi italiani sono calati almeno del 7%), per un utile che si conferma oltre gli 8 milioni di euro.
«Dal 2010 al 2013 – spiega Aldo Bonomi – la percentuale di export è passata dal 46% al 54%, senza che perdessimo quote di mercato in Italia. È un dato con il quale inevitabilmente dovremo confrontarci sempre di più nel futuro: a prescindere dalla ripresa dei consumi interni, se vogliamo crescere dobbiamo guardare all'estero». Per questo motivo l'azienda ha da poco avviato una società produttiva in Brasile (dove produce attuatori elettrici e valvolame), e si è rafforzata quest'anno con una nuova unità commerciale in Russia, che va ad aggiungersi ai presìdi già detenuti in Canada-Usa, Inghilterra, Germania, India. Il trend dei mercati esteri si conferma anche nei primi sei mesi dell'anno, nel corso dei quali il gruppo registra un incremento delle vendite del 6% sul corrispondente periodo dell'anno precedente, «riconducibile interamente – spiega Bonomi – all'andamento delle esportazioni».
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