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Questo articolo è stato pubblicato il 12 luglio 2014 alle ore 09:59.
L'ultima modifica è del 12 luglio 2014 alle ore 14:03.

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Anche il turismo sconta questa luna stagione di crisi che sembra non voler finire mai. Sembra di essere sulle montagne russe, afferma il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, «con un andamento del settore a corrente alternata, che non consente alle imprese di comprendere se esista davvero una ripresa né se possano permettersi il lusso di avviare nuovi investimenti, che pure sarebbero necessari». Il centro studi della Federazione degli albergatori ha appena diffuso la nuova nota congiunturale.

Mentre la domanda internazionale continua a premiare l'Italia, che viene preferita anche grazie ad un buon rapporto tra qualità e prezzo, -sottolinea Bocca- il mercato interno continua a scontare le difficoltà economiche e la ridotta capacità di spesa che affliggono i nostri connazionali. Ciò accresce la sofferenza di quelle località e quei segmenti di mercato popolati in prevalenza da clientela italiana.

Il risultato si traduce in una partenza fiacca delle vacanze degli italiani, con un mese di giugno (meno 0,3% rispetto al 2013) che induce a guardare con cautela all'andamento dell'estate, che costituisce la stagione maggiormente attesa dall'intera filiera imprenditoriale dell'economia turistica nazionale.

«La volubilità del mercato, oltre ad erodere i margini aziendali, sempre più compressi tra un regime di costi e imposte crescenti ed un bilancio di prezzi e ricavi calanti, si ripercuote inevitabilmente anche sull'occupazione, -aggiunge Bocca- con le imprese costrette a privilegiare le assunzioni a tempo determinato, per contenere i costi fissi ed inseguire una domanda altalenante».

Passando all'analisi del primo semestre del 2014, si rileva come questo sia stato connotato dall'alternarsi di cali e picchi di crescita sia degli italiani sia degli stranieri, rispetto allo stesso periodo del 2013. Gli italiani a gennaio hanno avuto un lieve calo (-0,6%) per poi scendere a febbraio (-4,3%) e marzo ancora giù (-0,3%), per poi risalire ad aprile (+7,7%) ed a maggio (+7,1%), per ricadere a giugno (-0,3%). Stesso discorso si può fare per gli stranieri che sono andati abbastanza bene a gennaio (+1,7%) e febbraio (+1,2%), in discesa a marzo (-2,1%), in impennata ad aprile (+11,6%), in calo a maggio (-1,7%) e di nuovo in recupero a giugno (+2,6%). La differente collocazione della Pasqua (a marzo nel 2013, in aprile nel 2014) e il lungo ponte che è andato dal 18 aprile al 4 maggio spiegano solo in parte le anomalie e l'instabilità di un mercato con il quale è sempre più difficile confrontarsi.

Nel complesso, dal 1° gennaio al 30 giugno si conferma la prevalenza della componente estera su quella interna, con una quota di mercato che nel semestre si è attestata al 51,8% rispetto al 48,2% degli italiani.

La conferma di Federconsumatori
I dati di Fedeconsumatori confermano l'analisi di Federalberghi: sempre meno italiani si concederanno la tradizionale vacanza estiva. Quest'anno solo il 31% partirà almeno una settimana per concedersi un po' di riposo. Un dato che mostra con evidenza il disagio economico della popolazione. All'inizio della crisi nel 2008 erano 29,4 milioni gli italiani che andavano in vacanza, mentre nel 2014 si stima che saranno 18,6 milioni. Si è passati da un italiano su due (il 49%) a quasi un italiano su tre. «Una riduzione drammatica, a maggior ragione se si pensa che il turismo è un settore chiave per l'economia del nostro Paese», commentano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, presidenti di Federconsumatori e Adusbef. Un rilancio del turismo è, secondo le associazioni, non solo necessario e auspicabile, ma anche «un'enorme opportunità di crescita occupazionale e di sviluppo».

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