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Questo articolo è stato pubblicato il 14 luglio 2014 alle ore 15:40.

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«Guardi, in termini di ricavi si riparte sicuramente, tra le imprese c'è la sensazione di una ripresa dell'attività, c'è maggiore ottimismo. A livello di addetti invece serve più tempo». Carmelo Cosentino, presidente del distretto aerospaziale lombardo preferisce vedere il bicchiere mezzo pieno, una ripresa delle commesse aerospaziali che per ora interessa solo i bilanci, ma è già qualcosa.

Anche nel 2014 la Lombardia si conferma il maggiore distretto nazionale in termini di export, capace di generare quasi il 30% delle vendite oltreconfine nazionali dell'intero settore.
Su base nazionale i primi tre mesi dell'anno iniziano con il passo giusto, una crescita dell'export del 13,9% (1,34 miliardi di euro) che però coinvolge in particolare il Lazio e in misura minore il Piemonte (+5,1%), mentre Lombardia e Campania cedono qualche punto percentuale rispetto allo stesso mese del 2013. Pesa, sulla performance lombarda, la frenata degli acquisti Usa (-28,8%) mentre nei paesi emergenti il quadro è decisamente migliore.

La prima occasione di rilancio è senza dubbio il salone di Farnborough, dove la Lombardia ancora una volte si presenta sfruttando il gioco di squadra. «Ci sarà uno stand istituzionale del distretto – spiega Cosentino – all'interno del quale troveranno spazio nove imprese minori mentre cinque imprese, quelle più strutturate, avranno a disposizione uno spazio proprio. È una vetrina importante, il luogo in cui vedere i grandi players internazionali, stiamo lavorando con la ambasciate per organizzare un fitto calendario di incontri ai massimi livelli. In generale direi che questa è un'ottima opportunità per mettere in evidenza le eccellente del nostro territorio».

Da Secondo Mona ad Aerea, da Logic a Gemelli, sono in effetti decine le aziende lombarde impegnate nei maggiori contratti aerospaziali mondiali, spesso in posizioni di primo piano nonostante le dimensioni aziendali ridotte. Gemelli, ad esempio, fornisce i sistemi di comunicazione e le cuffie anti-rumore ai maggiori gruppi mondiali; Aerea, che ha appena inaugurato il nuovo stabilimento di Turate con un investimento di 45 milioni di euro, può vantare un contratto ventennale con Lockeed Martin (sistemi di missione) in grado potenzialmente di fruttare fino a un miliardo di dollari di ricavi. La piccola Ovs Villela Aerospace, basata a Sesto Calende, è stata invece in grado di sviluppare un sistema unico al mondo per il montaggio dei pannelli solari destinati ai satelliti, un «tavolo d'integrazione» acquistato da Selex Es per l'assemblaggio.

Il punto di forza del distretto è la capacità di mettere a sistema le energie presenti sul territorio: da un lato i colossi del gruppo Finmeccanica, cioè Alenia-Aermacchi per l'ala fissa e Agusta-Westland per l'ala rotante o ancora CGS e Thales-Alenia Space per i satelliti e Selex Es per radar e avionica, dall'altro i centri di ricerca e le università, spesso d'eccellenza, tra cui Politecnico di Milano, Liuc, Università di Pavia, Università di Milano-Bicocca, Cnr, Osservatorio Astronomico di Brera.

In mezzo, tra i fornitori di prodotti finiti e le attività di ricerca ci sono i fornitori di prodotti intermedi, oltre 200 in regione, capaci a loro volta di presentarsi in autonomia sui mercati esteri.
Il tessuto produttivo comprende 217 aziende, in grado di dare lavoro a 15.500 addetti e di realizzare un giro d'affari di 4,5 miliardi di euro, per quasi la metà oltreconfine. Il dato dell'export è in realtà sottostimato, perché gran parte delle forniture dirette verso Agusta-Westland e Alenia-Aermacchi, seppure formalmente "tricolori", in realtà riguardano velivoli o elicotteri acquistati da paesi stranieri e a rigor di logica andrebbero considerate parte integrante del business estero. Partito con appena 9 soci nel febbraio del 2009 e arrivato ora a quota 80 unità, il distretto lombardo si appresta ad entrare in una nuova fase, il passaggio da distretto a cluster riconosciuto, con un primo contributo diretto da parte della Regione Lombardia.

«Si tratta appena di 50mila euro – spiega Cosentino – e in effetti in termini assoluti è un intervento limitato. Importante però, perché questo piccolissimo "chip" è in realtà un primo tassello di possibili altri interventi e testimonia l'interesse della Regione per il nostro settore».

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