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Questo articolo è stato pubblicato il 14 luglio 2014 alle ore 10:40.
L'ultima modifica è del 14 luglio 2014 alle ore 19:10.

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Quattro buste a Roma, zero a Rimini. Il doppio bando di gara per l'aeroporto di Rimini che scadeva oggi alle ore 13 si chiude con un 4 a 0 che non ha il sapore della vittoria calcistica. Perché mentre l'Enac ha ricevuto quattro proposte per la concessione della pista del Fellini e annuncia che il prossimo 18 luglio ci sarà la prima seduta della commissione di gara aperta al pubblico, il curatore fallimentare della società di gestione Aeradria dovrà ufficializzare tra otto giorni che non ci sono investitori interessati a rilevare il patrimonio e i 78 addetti di Miramare.

Il bando riminese stabiliva infatti la data del 22 luglio per l'apertura delle buste e l'aggiudicazione degli asset aziendali al miglior offerente, ma nessuno si è fatto avanti di fronte ai 10 milioni di euro chiesti come base d'asta. «Me lo aspettavo – afferma il curatore, Renato Santini – ora devo capire come muovermi. Io resto in carica fino al 31 ottobre, data di scadenza anche degli ammortizzatori sociali. L'Enac in teoria ha 180 giorni di tempo per valutare le offerte pervenute, ma io spero faccia prima».

La speranza è che chi vincerà la concessione per la pista – tra gli interessati si parla di una compagnia russa e della cordata italo-americana capitanata da Sovereign group che ha fatto un'offerta il mese scorso anche per il Ridolfi di Forlì – bussi poi anche alla porta del curatore per una trattativa privata che salvi almeno parte delle maestranze e permetta la continuità operativa dello scalo romagnolo. «Credo sia questa la strada più probabile che sarà percorsa – continua Santini – anche perché dal fallimento decretato lo scorso novembre a oggi l'attività di Aeradria è stata risanata. Da fine aprile tutti i 78 dipendenti sono rientrati dalla cassa integrazione e abbiamo anche assunto 17 interinali per far fronte al picco di domanda estivo. Stiamo lavorando a pienissimo ritmo».

Resta peraltro la nota dolente che degli 800mila euro assicurati dalle categorie economiche del Riminese (l'aeroporto genera un indotto annuo sul territorio stimato in 800 milioni di euro) per garantire l'operatività del Fellini fino a ottobre, «non ne sono arrivati che la metà», ammette a denti stretti il curatore fallimentare.

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