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Questo articolo è stato pubblicato il 17 luglio 2014 alle ore 06:38.
L'ultima modifica è del 20 luglio 2014 alle ore 17:28.

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Alla fine le indiscrezioni sullo shopping di Ferrero in Turchia si sono rilevate fondate. Ieri in serata, la multinazionale del dolciario ha diffuso la notizia dell'acquisizione del 100% del gruppo familiare Oltan, uno dei leader mondiali nella produzione e commercializzazione della nocciola grazie a un fatturato superiore ai 500 milioni di dollari.
L'acquisizione è ancora soggetta ad approvazione finale da parte delle autorità competenti.

L'azienda, che ha sede a Trabzon in Turchia, opera in tutte le regioni dove sono presenti le piantagioni di nocciola, ha cinque stabilimenti di produzione che lavorano 80mila tonnellate di prodotto l'anno ed è il più grande esportatore turco di nocciole. L'azienda esporta soprattutto in Italia, Inghilterra, Francia e Germania, ma è presente anche in Oriente (Giappone e Cina) in Australia e in Sud Africa.

A convincere la famiglia Oltan può essere stato un prezzo di cessione particolarmente allettante (che non è stato comunicato) mentre per il gruppo della Nutella, che storicamente ha, per lo più, preferito la strada della crescita interna, è prevalso l'interesse strategico all'accesso alla materia prima: la nocciola.

E le valutazioni di Alba? Dal quartier generale trapela euforia per il deal, ma il commento è affidato a una breve nota che recita: «Il gruppo Ferrero continua a rafforzare la sua presenza nel mercato della nocciola per garantire e migliorare ulteriormente la qualità di una materia prima fondamentale che dà un gusto unico a molti dei suoi prodotti più popolari come Nutella, Ferrero Rocher e Kinder Bueno».

Poi Ferrero sottolinea che «questa acquisizione rafforzerà l'impegno della società nella corporate social responsibility per quanto attiene alle pratiche agricole sostenibili. Il gruppo Ferrero è già attivo in Turchia nel quadro delle sue attività di responsabilità civile con un programma "Ferrero farming values", costruito su principi specifici e orientato al miglioramento delle pratiche agricole, nonché all'incremento del reddito degli agricoltori». L'azienda guidata dal ceo Giovanni Ferrero preferisce, come al solito, mantenere un basso profilo, ma in realtà la sua presenza in Turchia è rilevante: non si limita all'aspetto commerciale ma l'anno scorso ha completato uno stabilimento con un mega investimento intorno ai 100 milioni di euro.

Può darsi che il deal turco abbia subito un colpo di acceleratore dopo che l'asta per il leader del cioccolato americano Russel Stover se l'è aggiudicata la svizzera Lindt & Sprungli. Ma Ferrero non ha mai confermato di essere interessato ai cioccolatini a stelle e strisce come non aveva mai confermato di avere una trattativa in corso con Oltan, anche dopo le indiscrezione dei giornali turchi. Ferrero International, la holding lussemburghese controllante del gruppo della Nutella, ha chiuso il 2013 (al 31 agosto) con un fatturato consolidato di 8,1 miliardi di euro, in crescita del 5,6% rispetto al 2012.
La galassi Ferrero nel mondo conta su 73 società consolidate, con una ventina di stabilimenti produttivi, di cui tre operanti nell'ambito delle imprese sociali, che servono oltre cento mercati. Negli ultimi anni Ferrero International ha accelerato, in particolare, sullo sviluppo nei Paesi emergenti, ma senza trascurare i mercati cosiddetti "maturi". E nel 2013 i nuovi investimenti sono arrivati a 525 milioni di euro, dei quali 473 milioni (5,8% delle vendite) destinati al potenziamento delle attività industriali e produttive, principalmente in Germania, Italia, Polonia, Canada, Russia, Messico, Turchia e Brasile.

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