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Questo articolo è stato pubblicato il 17 luglio 2014 alle ore 18:32.
L'ultima modifica è del 17 luglio 2014 alle ore 20:42.

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Le piogge di inizio estate hanno penalizzato le località di mare, ma non hanno compromesso la bilancia turistica: le città d'arte – Firenze in testa - hanno compensato facendo il pieno di visitatori e migliorando anche in giugno l'indice di occupazione delle camere. E si prevede un luglio in ulteriore risalita e un'alta stagione di tenuta complessiva per le strutture ricettive della penisola.

«Questo perché gli italiani (che ancora rappresentano il 70% delle presenze) alla vacanza non rinunciano, anche se accorciano la durata dei soggiorni, tagliano i consumi extra e il raggio di allontanamento da casa per risparmiare sui trasporti», spiega Alessandro Lepri di Trademark Italia, commentando il Monitor Mti, l'Osservatorio sul movimento alberghiero nelle principali città.

Anche se lentamente, dall'estate scorsa la maggior parte degli alberghi, indipendenti e di catena, nei capoluoghi italiani sta continuando a incrementare la performance in tutte le tipologie: +2,6 punti il tasso di occupazione delle camere nelle strutture a 5 stelle, +1,2 negli hotel 4 stelle e +0,7 per i 3 stelle con un dato medio del 70% di stanze occupate a un prezzo che oscilla attorno ai 117 euro. Firenze con un tasso di occupazione delle camere dell'82% (e un prezzo medio a camera di 140 euro), si conferma la città della penisola a maggiore appeal, seguita da Siena (76,5%), Roma (75,2%), Milano (73,2%) e Venezia (73,1%).

«Se fino all'inizio di quest'anno la risalita degli indici era da imputare a politiche di contenimento dei prezzi attuate dagli albergatori – prosegue Lepri, ora invece sono tornati a crescere anche i prezzi, con un +2,8% nei 5 stelle e un +0,3 nei 4 stelle. Chi soffre sono invece gli alberghi di categoria media, non solo per la forte pressione innescata dai siti online ma per la concorrenza di strutture alternative». Da un paio di stagioni, infatti, il turismo all'ara aperta sta tirando molto forte: «I campeggi non sono più semplici e vaste aree verdi per le tende, ma veri e propri villaggi vacanze con case mobili, bungalow, spesso alberghi veri e propri, servizi e divertimenti, che rispondo alle esigenze di tutte le tipologie di clientela a prezzi molto competitivi», spiegano i vertici di Trademark Italia. Arretrano invece gli agriturismi, dopo l'exploit degli anni passati, per una rincorsa al lusso che ne ha snaturato il legame con l'agricoltura di cui il mercato ha preso consapevolezza.

E se agosto sarà monopolizzato dagli italiani, gli stranieri continuano a essere una categoria su cui puntare per destagionalizzare i flussi. «In questo senso – conclude Lepri - è da salutare come un risultato molto interessante quello ottenuto dall'Emilia-Romagna per riportare gli austriaci in Riviera in bassa stagione, perché negli ultimi anni avevano abbandonato la regione a favore dei lidi friulani e veneti fino alla Croazia e alla Slovenia». Il riferimento è all'accordo annunciato ieri dall'Apt regionale: l'Emilia Romagna è stata scelta dalla più importante associazione di pensionati austriaci Pvö (circa 400mila soci) come destinazione di vacanza dei suoi over 65 nell'autunno 2015, con oltre 5mila pensioni in arrivo in pullman da diverse località dell'Austria per tour dalla costa all'Appennino.

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