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Questo articolo è stato pubblicato il 25 luglio 2014 alle ore 14:12.

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Bologna – I costi sono lievitati, hanno raggiunto i 111 milioni. E sul piatto ce ne sono solo 25, quelli messi a disposizione dalla Regione Emilia Romagna. Stop. Per realizzare il People Mover, la navetta monorotaia per il collegamento veloce tra la stazione ferroviaria e l'aeroporto Marconi di Bologna, ne servono quindi altri 86, denaro che dovrebbe arrivare dalle banche e dal Fondo Orizzonte, fino all'anno scorso sul trampolino di lancio per diventare partner del Consorzio cooperative costruzioni e dell'azienda di trasporto pubblico Tper - che insieme hanno costituito la società di scopo Marconi Express per costruire l'infrastruttura con la finanza di progetto – e oggi investitore con il quale tutti i fili devono essere riannodati.

Cosa che spiega lo scetticismo del sindaco di Bologna sulla possibilità di trovare i fondi necessari ad aprire il cantiere. Il lungo contenzioso davanti al Tar aperto dall'autority di vigilanza sugli appalti pubblici è stato risolto con una revisione dei patti parasociali che ha ridotto la partecipazione di Tper, diminuendo quindi il rischio potenziale per la pubblica amministrazione. Ma il braccio di ferro giudiziario ha raffreddato i finanziatori: non solo il Fondo Orizzonte (l'ipotesi di acquisizione di una quota di 20 milioni si è dissolta) ma anche istituti di credito come Banca Imi. Cosa che non depone a favore della possibilità che alla fine il People Mover, una delle grandi opere attese da Bologna, possa finalmente vedere la luce.

Questo nonostante la consapevolezza ampiamente condivisa che nella prossima quotazione in Borsa della Sab, la società che gestisce lo scalo aeroportuale del capoluogo emiliano, un ruolo fondamentale lo gioca proprio il People Mover. Sab si prepara a sbarcare a Piazza Affari nel 2015, l'iter è partito. Per la navetta, invece, le prospettive sono nebulose. Se ne è accorto il sindaco di Bologna Virginio Merola, invitando Marconi Express a redigere un nuovo piano economico e finanziario.

Rita Finzi, ai vertici della società di scopo, spera ancora, invece, di riuscire a portare a casa i finanziamenti entro la fine dell'anno. "La trattativa con i finanziatori rallentata negli scorsi mesi dalle note vicende di giustizia amministrativa – dice la presidente di Marconi Express - è ripresa con vigore nelle ultime settimane e oggi possiamo permetterci di esprimere un certo ottimismo rispetto alla sua finalizzazione". Ma è evidente che per ora non c'è nessuna certezza sul reperimento dei fondi necessari, nonostante il prolungamento di cinque anni della durata della concessione e l'aumento del costo del biglietto. E dei 25 milioni stanziati dalla Regione 8 sono già stati spesi tra consulenze e progetti.

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