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Questo articolo è stato pubblicato il 25 luglio 2014 alle ore 12:17.
L'ultima modifica è del 25 luglio 2014 alle ore 12:19.

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Le Poste non hanno intenzione di uscire dall'azionariato di Alitalia. Lo ha affermato il ministro di Infrastrutture e Trasporti, Maurizio Lupi durante la sua visita al cantiere del terzo valico di Genova Borzoli. Lupi ha anche mosso alcune critiche al comportamento, sull'operazione, del sindacato.

"Sulla vicenda Etihad - ha affermato il ministro - siamo arrivati giustamente al dunque. Abbiamo lavorato, in questi sette mesi; il Governo ha fatto la parte che doveva fare, con forza e chiarezza, per chiedere ai privati di reinvestire in questa società, per individuare un grande partner internazionale, non di stagnazione".
Lupi ha ricordato che il progetto industriale è di "un miliardo e 200 milioni di euro". E ha aggiunto che il Governo ha "chiesto grande responsabilità ai lavoratori e ai sindacati, ma i sindacati pensano più a discutere su chi ha più o meno iscritti, non sapendo che la prospettiva è o il futuro o il baratro. Etihad è stata molto chiara e Alitalia sta lavorando con Etihad; l'interesse è assoluto. Però è chiaro che le risposte devono arrivare. Se poi le risposte non arriveranno ognuno si assumerà le proprie responsabilità".
Riguardo alle Poste ha spiegato: "non mi sembra che abbiano detto che vogliono uscire dall'azionariato. Mi sembra che il cda di Poste abbia deliberato la stretegicità dell'investimento, abbia detto che il parere sull'accordo con Etihad è assolutamente positivo ed è una grande sinergia. Occorre che siano i soci a trovare la modalità con cui questa delibera e questo parere possa diventare una grande opportunità. Abbiamo sempre detto all'Europa, all'Italia e a quelli che fanno commenti contrari, che l'investimento era strategico e industriale e non aiuto di Stato".

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