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Questo articolo è stato pubblicato il 31 luglio 2014 alle ore 16:33.
L'ultima modifica è del 31 luglio 2014 alle ore 20:49.

Riavvio della linea 1 della Raffineria di Gela dopo la manutenzione che coinvolgerà anche l'indotto, riconferma degli accordi tra Eni e sindacati del 2013 e del 2014 che prevedevano, tra le altre cose, la riqualificazione e il rilancio del sito gelese. Sono alcuni dei punti salienti dell'accordo firmato a Roma tra i rappresentanti sindacali dei lavoratori e l'Eni, alla presenza del ministro per lo Sviluppo economico Federica Guidi. Un accordo arrivato a distanza di poche ore della presentazione del Piano industriale dell'Eni agli analisti a Londra: l'incontro dovrebbe cominciare alle 17.
Dopo la rottura netta registrata mercoledì le parti riconvocate dal ministro hanno trovato la quadra su un documento che in qualche modo sancisce quanto l'Eni (e Confindustria) hanno detto sin qui: l'Eni non intende lasciare Gela e sulla raffineria il discorso è aperto e non è in campo alcuna ipotesi di chiusura. Quello di oggi è un grande passo avanti e non solo per quello che concerne la raffineria di Gela: nell'accordo è presa in considerazione anche la situazione di Versalis e in questo caso «il gruppo petrolifero e i sindacati si attiveranno per valutare le problematiche legate all'Aia della Cte di Porto Marghera che oggi impediscono il riavvio previsto del cracking, per individuare soluzioni, tecnicamente e economicamente compatibili, che consentano di superare tale criticità».
Il confronto sul piano industriale della Raffineria di Gela, invece, riprenderà per i primi di settembre per arrivare al tavolo ministeriale che si dovrebbe tenere entro il 15 con una discussione avviata. Soddisfatta del risultato il ministro Guidi: «Sono molto soddisfatta dell'importante risultato raggiunto. Grazie all'intesa siglata oggi è possibile riavviare un confronto tra le parti necessario per il funzionamento di siti significativi per il territorio, con la salvaguardia dei livelli occupazionali».
«Sono particolarmente soddisfatto dell'intesa raggiunta al Mise con le organizzazioni sindacali, grazie alla mediazione del ministro Guidi, in quanto consente di avviare un percorso in un clima sereno e costruttivo per realizzare il nuovo progetto di Gela», ha commentato l'amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi. «Questo progetto - ha aggiunto - darà solide prospettive economiche, anche grazie alle nuove iniziative industriali previste nell'upstream e nella produzione di bio carburanti dove eni dispone di una leadership tecnologica, consentendo così la salvaguardia dell'occupazione. Nel corso dell'incontro abbiamo anche ribadito la centralità industriale del sito di Porto Marghera».
Soddisfazione anche dai sindacati che hanno sospeso la mobilitazione dei lavoratori gelesi: «Tre i risultati che ci prefiggevamo – commenta Emilio Miceli, segretario generale della Filctem-Cgil - : il rispetto degli accordi sottoscritti per i siti di Gela e Marghera; l'apertura della fabbrica con il coinvolgimento dell'indotto nelle manutenzioni; la ripresa del confronto, stavolta ad impianti aperti. Rimane inalterata tra noi e l'Eni – prosegue Miceli – la distanza sulle prospettive industriali dell'impianto di Gela, ma adesso è chiaro che il confronto dovrà necessariamente partire dall'intesa del 2013. Noi a quell'accordo – conclude il leader sindacale - non rinunciamo, perché lega i processi di estrazione a quelli della raffinazione in un ciclo industriale virtuoso. Ora l'ultima parola, come sempre, spetta ai lavoratori».
«La notte ha portato consiglio» è il commento del segretario generale Uiltec, Paolo Pirani: «Era impensabile e poco credibile che si disattendessero gli accordi sottoscritti» ha evidenziato, sottolineando anche «la preziosa mediazione del ministro Guidi al fine di giungere ad una posizione condivisa tra le parti anche in funzione dell'importanza dell'azienda rispetto agli indirizzi di politica industriale del Paese».
E Raffaele Bonanni, segretario generale della Cisl aggiunge: «È davvero importante e positivo che sia trovata una soluzione tra Eni e sindacati per la salvaguardia dei siti industriali, in particolare quello di Gela, evitando scioperi e conflitti dolorosi per tutti».
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