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Questo articolo è stato pubblicato il 06 agosto 2014 alle ore 06:37.

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MILANO
Sul food siamo allineati all'Europa: nella lotta alla contraffazione siamo schierati in prima fila e anche nella tracciabilità delle materie prime non ci siamo mai nascosti, siamo europeisti convinti e seguiamo le norme Ue sulle etichettature mano a mano che vengono rilasciate: Filippo Ferrua, presidente di Federalimentare, non elude il tema della provenienza d'origine ma precisa che la fonte giuridica non può che essere Bruxelles.
«Ovviamente poi auspico - aggiunge Ferrua - che l'Europa non appesantisca troppo gli adempimenti burocratici delle imprese che sono già gravosi».
Per la tracciabilità dell'alimentare l'Unione europea segue da anni un percorso a se stante ma che comunque procede nella direzione della maggiore trasparenza: per esempio, lo scorso dicembre sono state approvate le regole esecutive per l'etichettatura delle carni fresche, refrigerate e congelate suine, caprine, ovine e di pollame, specificando le voci "origine", "allevato " e "macellato".
L'immagine di qualità e affidabilità del made in Italy peraltro è oggi la premessa per sfruttare quella pioggia di milioni, 42/45 milioni, che il ministero per lo Sviluppo economico si accinge a stanziare con il Piano straordinario per l'internazionalizzazione, all'interno del Dl Sblocca Italia. Federalimentare stima incentivi per il food compresi tra i 22 e i 24 milioni (su 130 complessivi), a cui si aggiungono i 18 milioni destinati dal ministero delle Politiche agricole per combattere l'Italian sounding.
Nel Piano, Expo 2015 viene considerato il volano per rafforzare 15 grandi eventi fieristici italiani, tra cui anche Vinitaly, Tuttofood e Cibus. «L'intervento – spiega Ferrua - lo abbiamo inteso come rafforzamento dell'incoming, diretto e indiretto, degli operatori esteri: va facilitato l'arrivo dei buyer, anche proponendo loro visite nelle aziende e nei luoghi turistici del nostro Paese».
Il Piano comprende anche i voucher da 10mila euro per le Pmi che intendono utilizzare manager temporanei che si occupino di internazionalizzazione: 25 milioni la dote per coprire 2.500 imprese. Due milioni sono invece destinati alla formazione degli stessi manager, in co-finanziamento con le Regioni. Altri 4 milioni andranno alla prosecuzione del roadshow per le Pmi che vogliono sbarcare su nuovi mercati.
«Le intenzioni e gli strumenti mi sembrano brillanti – osserva il presidente di Federalimentare - Fornire in "affitto" un export manager alle piccole imprese può risultare estremamente utile. Salta la riservatezza delle aziende? Direi di no. Del resto i cambi di casacca nella grande distribuzione sono tanti e tali da aver reso quasi normale che un manager cambi azienda portandosi dietro le conoscenze».
Dei 68 milioni complessivi del Piano destinati alle iniziative all'estero, il provvedimento principale è il piano per stipulare accordi con la grande distribuzione con l'obiettivo di porre sugli scaffali marchi di aziende medio piccole (25 milioni di fatturato). «Probabilmente - spiega Ferrua – si offriranno incentivi ai distributori, una sorta di listing fee, per aumentare le referenze made in Italy attraverso le catene commerciali internazionali. Che l'Italia non ha». Uno stanziamento specifico, per 2 milioni, andrà poi allo sviluppo commerciale, nel settore dell'agroindustria, della manifestazione Expo. Rilevante l'impegno, 18 milioni, che verrà dedicato alla lotta all'Italian sounding, con l'introduzione di un marchio internazionale "Italian original" che corrisponde alle denominazioni Doc, Dop, Igp e Igt. «Questo maxi investimento - spiega Ferrua – non potrà che essere puntato sulla comunicazione e sugli eventi. Va spiegato ai consumatori esteri che non basta il sounding per avere un prodotto alimentare italiano. E si tratta anche di far degustare nostri prodotti nell'ambito di eventi mirati».
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I NUMERI

132 miliardi
Fatturato 2013
L'anno scorso l'industria alimentare italiana ha realizzato ricavi per 132 miliardi (+1,5%), di cui 26 all'export (+5,8%)
45 milioni
Investimenti
Il Piano straordinario per l'internazionalizzazione del made in Italy assegna 24 milioni al food, più 18 per la lotta all'Italian sounding
20%
Quota export Italia
La Germania esporta il 34% del fatturato, la Francia il 25% e la Spagna il 22 per cento

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