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Questo articolo è stato pubblicato il 06 agosto 2014 alle ore 06:37.

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Isa diventa azionista, con il 20%, della Olio Dante spa. Dopo il via libera della Ue, la finanziaria delle Politiche agricole sborserà per l'aumento di capitale della newco 15 milioni e quindi valuta il 100% dell'oleificio 75 milioni. L'80% rimane all'Industria Olearia Biagio Mataluni. A seguito del conferimento di uno specifico ramo d'azienda, il gruppo Mataluni ha sottoscritto un aumento di capitale da 120 mila euro a 50 milioni di euro e inoltre ha costituito una riserva di capitale di 29 milioni.
Perché l'ingresso del socio pubblico? «La partnership e il rafforzamento patrimoniale di Olio Dante – dichiara Enrico Corali, amministratore di Isa – permetterà di aumentare l'export, contribuendo alla valorizzazione dell'olio d'oliva italiano sui mercati internazionali. Olio Dante sarà fortemente patrimonializzata con 94 milioni». Isa ha concluso altre operazioni in equity con Ferrarini e Consorzio del Casalasco.
«Avvieremo un colossale processo d'internazionalizzazione dell'olio 100% italiano – osserva Biagio Mataluni, presidente del gruppo beneventano –. Abbiamo verificato che il marchio Olio Dante gode di grande notorietà e ha elevate potenzialità di crescita. Ma non partiamo certo oggi: siamo già presenti nei retailer esteri di Usa, Germania, Australia e Giappone».
La famiglia Mataluni ha il merito di aver riportato in Italia la proprietà dell'Olio Dante, Minerva e Lupi, acquistandoli dalla multinazionale spagnola Sos. «Li acquistammo per 42 milioni – precisa Mataluni – grazie anche all'aiuto delle banche. Dopo cinque anni di rafforzamento è arrivato il momento del lancio definitivo all'estero». Oggi nel portafoglio brand ci sono anche i marchi Olita, Topazio, OiO, GiCo, inoltre Mataluni produce oli a marchio del distributore per diverse catene commerciali. In Italia però il mercato degli oli si è avvitato sulle promozioni taglia prezzi che inevitabilmente finiscono con l'erodere i margini.
Qual è il business plan? «Contiamo – conclude l'imprenditore – di passare dai 94 milioni di ricavi di quest'anno ai 177 del 2018, con un Ebitda, tra 4 anni, di 25,4 milioni e un utile netto di 16 milioni».
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