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Questo articolo è stato pubblicato il 12 agosto 2014 alle ore 06:37.
MILANO
Da una parte un'azienda sana, di media grandezza, con un background di forte innovazione, un presidio consolidato sul segmento di riferimento e una presenza significativa sui mercati esteri, non ancora, però, del tutto sfruttati. Dall'altra un fondo di investimento, poco finanziario e molto industriale, la cui liquidità viene messa a disposizione per far crescere settori ad alto contenuto tecnologico. Il matrimonio tra i due sembra avere basi perfette, tanto più se l'intento delle parti è lo stesso: quello di salvaguardare l'eccellenza italiana e poter sfruttare le potenzialità di crescita ancora inespresse. I protagonisti dell'unione sono la Redecam di Sesto San Giovanni, hinterland milanese, azienda da 50 milioni di fatturato e 70 dipendenti, specializzata nella produzione e installazione di sistemi di filtrazione industriale, e il fondo canadese Dundee Sarea Group, nato per la volontà di due famiglie di imprenditori, che hanno messo a disposizione una liquidità di 150 milioni di dollari. Il fondo – nella sua prima operazione italiana – è entrato in Redecam con 30 milioni di euro, prendendo la maggioranza azionaria e le posizioni apicali dell'azienda. «Avevamo bisogno di una iniezione di liquidità per poter realizzare appieno il piano industriale – ha spiegato il presidente di Redecam Giuseppe Bettoni –, piano che prevede anche acquisizioni. Inoltre, nonostante esportiamo già il 95% del prodotto, ci sono ancora molti mercati da esplorare e presidiare». «Poniamo una attenzione specifica per la manifattura e ci stiamo approcciando solo ora all'Italia – ha detto Sam Ramadori, in rappresentanza del fondo di Montreal –.
Con la Redecam intendiamo sviluppare nuove linee di prodotto e nuovi servizi». Il closing dell'operazione è di venerdì scorso; l'advisor di riferimento è Klecha & Co.
L'ingresso di un fondo straniero nel capitale societario di una Pmi sana e potenzialmente in crescita è uno trend che, se da un lato può far pensare alla svendita di aziende, spesso gioielli tecnologici, dall'altra è, per alcune, l'unico mezzo per uscire dalla crisi. «Il fondo canadese a cui ci siamo affidati – ha rimarcato Bettoni – lavorerà in sinergia con noi. Hanno capito il prodotto, lo apprezzano e sono disposti ad accompagnarci all'estero con le loro competenze». Nei piani di sviluppo della Redecam, oltre ad una più spinta internazionalizzazione dei prodotti che riguardano il trattamento di fumi nei settori pesanti del cemento e metallurgia, c'è anche lo sviluppo di filtri specifici per le cartiere e per gli impanti minerari, l'apertura di nuovi uffici commerciali e la stardardizzazione di servizi di assistenza non solo post vendita. Nonché nuove assunzioni nella sede di Sesto San Giovanni. Il target è quello di arrivare ad un fatturato di 100 milioni nel giro di quattro anni.
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