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Questo articolo è stato pubblicato il 23 agosto 2014 alle ore 08:14.

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La vendemmia ritorna a una tempistica anni '70. Dopo annate in cui il caldo torrido aveva accelerato la maturazione delle uve costringendo ad accelerare le operazioni di raccolta anche di 20 giorni rispetto al normale calendario, adesso invece le temperature miti e l'abbondanza di piogge stanno riportando il calendario all'antico riportando il clou della vendemmia da settembre a ottobre.
Di certo l'annata 2014 si presenta molto differente dalle ultime. Fra i meterologi già c'è chi si avventura a definire le condizioni del 2014 come quelle con le quali «ormai si dovranno fare i conti anche in futuro». «Io ricordo – spiega il direttore di Assoenologi, l'associazione degli enologi italiani, Giuseppe Martelli – che anche negli ultimi anni qualcuno parlava di modifiche strutturali poi invece cambiate l'anno successivo. Anche qui nulla di nuovo. Ricordo 25 anni fa illustri professori che profetizzavano che nell'arco di 20 anni la viticoltura nelle regioni del Sud per l'eccessivo caldo sarebbe scomparsa e che per far vino si sarebbe dovuti emigrare in Gran Bretagna. Oggi al Sud la viticoltura continua a essere un settore importante e in Gran Bretagna i filari di vite restano un'eccezione».
E sempre in tema di previsioni che poi si rivelano sballate quest'anno, forse ancora più che in passato, risulta difficile effettuare stime. «Neanche in presenza di andamenti climatici più omogenei è facile effettuare previsoni sui raccolti – spiega il direttore di Assoenologi, Giuseppe Martelli – ma in queste condizioni è impossibile. Sono solo due i dati sui quali possiamo riflettere: il ritorno a tempistiche di raccolta più ritardate e l'abbondanza di piogge».
Lo scenario meteo è infatti profondamente diverso da quello degli ultimi anni. «Nel 2012 – aggiunge Martelli – si contarono fra luglio e settembre 7 diversi anticiloni (con nomi come Hannibal, Scipione, Caronte, Nerone e Caligola) mentre quest'anno fino agli inizi di agosto non ve ne è stata traccia. E temperature più miti richiederanno tempi più lunghi per la piena maturazione dei grappoli».
L'altro problema è poi legato all'abbondanza di piogge che ha contrassegnato anche la primavera. «Nei 31 giorni di luglio – aggiunge Martelli – si sono contati 22 giorni di pioggia al Nord, 13 al Centro e 9 al Sud. L'abbondanza di acqua e l'umidità sono terreno fertile per le malattie della vite. In primavera ci sono stati i primi attacchi di oidio e peronospora. Adesso l'attenzione è massima nei confronti della botrytis cinerea, la "muffa grigia", che attacca il grappolo nel pieno della maturazione. La vendemmia 2014 non potrà che dipendere dalla capacità di contrastare questi fenomeni».
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