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Questo articolo è stato pubblicato il 27 agosto 2014 alle ore 06:37.

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MILANO
I titoli dei giornali sono per Alcoa, Ideal Standard, Ast. Ma è solo la punta dell'iceberg: i tavoli di crisi gestiti dalla task force del ministero dello Sviluppo economico sono molti di più. Dopo la pausa estiva, già nei primi giorni di settembre l'unità di crisi di via Veneto è pronta a ritornare al lavoro.
Sono numerose le vertenze che attendono una soluzione. Secondo i dati del Mise, sono 160, alla data di fine luglio, i tavoli di confronto attivi nell'ambito dell'Unità gestione vertenze (Ugv). Per la gestione di queste attività, nell'ultimo anno si sono svolte circa 280 riunioni, senza contare i meeting preparatori (si stima una media di due confronti propedeutici per ogni tavolo). Il tentativo è dare soluzione a crisi aziendali che coinvolgono, a diverso titolo, i destini di circa 155mila persone.
In questi anni la vertenzialità è cresciuta di pari passo con il dilagare della crisi. Nel 2012, quando il ministro dello Sviluppo era Corrado Passera, i tavoli «certificati» erano 135. L'anno successivo, con Flavio Zanonato in via Veneto, i confronti aperti erano circa 150. Nell'ultimo anno il numero è cresciuto ulteriormente, nonostante la risoluzione di alcune vertenze delicate, come per esempio quelle relative ad Electrolux e ad Indesit.
Una veloce lettura dell'elenco dei tavoli è sufficiente per delineare almeno due caratteristiche della mole di lavoro affrontata quotidianamente dai tecnici del ministero. Innanzitutto, i tavoli di crisi interessano mediamente aziende di grandi dimensioni, visto che quasi la metà delle realtà che hanno bussato alla porta del Mise in questo ultimo anno ha più di 500 dipendenti. In secondo luogo, emerge una localizzazione prevalente delle aziende in crisi nell'area nord del paese, territori da cui originano 81 tavoli, contro i 56 concentrati a sud (altri 23 tavoli invece riguardano aziende che operano su tutto il territorio nazionale).
Nessun settore è risparmiato. Il comparto più penalizzato sembra essere quello dell'automotive, con 17 tavoli aperti. A seguire la chimica, con 16 tavoli, l'Ict (12 vertenze) il tessile-moda e l'elettronica (con dieci tavoli attivi ciascuno).
L'unità di crisi del ministero guidato da Federica Guidi – il referente nella maggior parte dei casi è il viceministro Claudio De Vincenti – tornerà operativa già nella prima settimana di settembre: giovedì 4 in agenda sono previsti i tavoli di Ast e di Alcatel. La trattativa riguardante l'azienda siderurgica umbra, avviata da pochi mesi, appare in salita: la proprietà (il gruppo tedesco ThyssenKrupp) è stata convinta dal Governo a sospendere la procedura di mobilità per circa 550 addetti solo poche settimane fa, proprio in vista del tavolo di giovedì. Il confronto relativo ai destini di Alcatel, nel settore dell'Ict, è invece propedeutico alla cessione dello stabilimento Alcatel-Lucent di Vimercate a Siae Microelettronica: nell'occasione verrà fatto il punto sul piano di sviluppo ed occupazionale del ramo S.M. Optics.
L'8 settembre toccherà alla riunione per Termini Imerese. La vertenza relativa al futuro dell'ex stabilimento siciliano della Fiat si trascina da tempo: al tavolo del Mise – mentre in questi giorni si rincorrono le voci su possibili investitori cinesi – sono attesi i rappresentanti di Grifa, il gruppo italiano che intende produrre auto ibride in Sicilia; in quest'occasione si discuteranno anche gli ammortizzatori sociali e il mantenimento dei livelli occupazionali nel caso in cui il progetto andasse in porto.
Giovedì 11 si riunirà il tavolo per Ideal Standard: lo scopo dell'incontro è riaprire il confronto, dopo la grave rottura delle scorse settimane, con l'annuncio della chiusura dello stabilimento di Orcenico. La crisi dello stabilimento di Imperia della Pasta Agnesi sarà invece l'oggetto del confronto programmato al Mise il 12 settembre, alla presenza del gruppo Colussi, dei sindacati e delle istituzioni locali.
La settimana successiva entrerà nel vivo un'altra vicenda chiave di questa estate, quella relativa al petrolchimico di Gela: entro il 15 settembre, dopo l'accordo siglato il 31 luglio scorso, il ministero deve convocare un nuovo tavolo fra le parti nell'ambito del confronto per arrivare a definire un nuovo accordo sulle politiche industriali di Eni. Infine, sempre nella prima metà di settembre, è atteso il tavolo per i 262 lavoratori del call center Accenture di Palermo, che da ottobre rischiano di rimanere senza lavoro dopo che British Telecom ha comunicato la disdetta della commessa.
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