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Questo articolo è stato pubblicato il 30 agosto 2014 alle ore 08:14.

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MILANO.
Un passaggio di mano che, una volta tanto, vede un gruppo italiano acquistare da un colosso straniero uno stabilimento in Italia, attraverso una trattativa che mette al riparo posti di lavoro, garantisce la continuità produttiva di un sito all'avanguardia e al tempo stesso offre all'azienda acquirente la possibilità di rafforzare ed espandere il proprio mercato.
In questi giorni di notizie preoccupanti per l'economia italiana, risuona come un'ottima notizia la lettera di intenti siglata ieri tra Msd (gruppo internazionale del settore salute, con un fatturato di oltre 44 miliardi di dollari e 73mila dipendenti nel mondo) e la multinazionale italiana della farmaceutica Zambon (sede nel Milanese, fatturato di 154 milioni di euro) per la cessione dello stabilimento Msd di Pavia, dove al momento lavorano 230 dipendenti.
La lettera prevede la finalizzazione della cessione entro l'anno, il trasferimento a Zambon dell'asset industriale con «un numero di dipendenti adeguato» alla realizzazione e fornitura su scala globale di alcuni prodotti a marchio Msd; la promozione e distribuzione in Europa, da parte dell'azienda milanese, di un altro prodotto Msd fino al 2016; la possibilità, da parte di Zambon, di esercitare un'opzione di acquisto di tale prodotto entro due anni.
L'accordo è frutto di una lunga e difficile selezione, da parte della consociata Msd Italia (800 milioni di fatturato e 1.700 dipendenti), di un acquirente per lo stabilimento lombardo che, sebbene non avesse alcun problema di produttività e fosse anzi ritenuto all'avanguardia, solo un anno fa era a rischio chiusura a seguito della fusione tra Msd e Schering-Plough, che dal 2009 aveva dato il via a un processo di razionalizzazione degli asset produttivi a livello globale. A giugno dello scorso anno il colosso Usa aveva annunciato che il sito di Pavia (che all'epoca contava 260 dipendenti) sarebbe uscito dal network produttivo del gruppo entro il 31 dicembre 2014. «Da allora è partita la nostra ricerca di un acquirente – spiega il senior vice president e managing director di Msd Italia Pierluigi Antonelli – con la priorità di salvaguardare il maggior numero di posti di lavoro possibile e garantire la continuità industriale dello stabilimento, in modo da non disperdere le competenze e il know how sviluppate al suo interno». Si tratta, secondo Antonelli, di una forma di partnership innovativa e interessante per il mercato italiano: «Consente a uno stabilimento di continuare a esistere – spiega – e al tempo stesso al gruppo acquirente di rafforzarsi in Europa». Concorda la presidente della multinazionale italiana, Elena Zambon: «Questa intesa rappresenta un ulteriore passo nello sviluppo della nostra strategia industriale in Italia e all'estero. L'Italia si conferma Paese manifatturiero ad alto valore aggiunto, in cui investire in produzioni di eccellenza e sviluppare programmi di ricerca nel sistema centrale nervoso e nel respiratorio».
Non è noto il valore dell'operazione ma, precisa Antonelli, «l'aspetto economico e finanziario non era centrale nell'operazione. L'obiettivo di Merck, d'accordo con i sindacati e le istituzioni locali e nazionali con cui abbiamo lavorato in modo molto costruttivo, era trovare un partner che presentasse un piano industriale solido e credibile». Per questo la ricerca è durata così a lungo, vagliando circa 250 offerte arrivate da player italiani e internazionali. Ora la palla passa a Zambon che dovrà definire e perfezionare, attraverso il confronto anche con i sindacati, il piano industriale.
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UNA RISORSA PER IL TERRITORIO
230
I dipendenti
Lo stabilimento Msd di Pavia dà oggi lavoro a 230 persone (erano 260 un anno fa). L'accordo prevede un «numero di dipendenti adeguato» alla produzione e fornitura dei prodotti a marchio Msd da parte di Zambon. Tale numero sarà
oggetto di trattiva sindacale
250
La selezione
Msd Italia ha ricevuto in un anno circa 250 offerte di acquisto per il sito di pavia, da parte di player italiani e internazionali. La più interessante dal punto di vista industriale è stata quella della multinazionale italiana Zambon, gruppo con 108 anni di storia e 154 milioni di fatturato

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