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Questo articolo è stato pubblicato il 03 settembre 2014 alle ore 16:37.

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Slow nel cibo, fast nei chiarimenti e nei fatti. E così per Francesco Farinetti, figlio di Oscar e amministratore delegato di Eataly, che la scorsa settimana parlando con il Sole 24 Ore aveva detto che era disponibile al dialogo con i sindacati, l'affaire fiorentino si è tradotto in un detto, fatto. Ieri ha infatti raggiunto un accordo con Filcams e Nidil Cgil per avviare un percorso di stabilizzazione dei precari dello store fiorentino. Non solo.

Ha anche incontrato in prima persona quelli che lui chiama i suoi ragazzi di Firenze, ossia i lavoratori dello store fiorentino, con tanto di apertura posticipata, per poter spiegare e chiarire che cosa è accaduto in questi giorni. Ricapitolando la cronistoria, a Firenze sabato e domenica scorsi, tre dipendenti che non sono stati riconfermati hanno organizzato una manifestazione davanti alla sede di Eataly Firenze, sollevando una serie di problematiche nell'organizzazione del lavoro che per l'azienda in realtà riguardavano solo contratti non confermati di alcuni dipendenti a termine, tre per la precisione, iscrittisi ai Cobas. Manifestazione che ha richiamato l'attenzione della città e dei media ma che non ha avuto l'adesione dei lavoratori di Eataly, il cui negozio fiorentino è rimasto regolarmente aperto.

Al di là della manifestazione di sabato e domenica, nel bailamme sono intervenute anche la Filcams e la Nidil Cgil che hanno chiesto all'azienda l'apertura del dialogo con il sindacato. Arrivata in pochi giorni perché il clamore della manifestazione, come ha detto Farinetti, ha fatto passare «il messaggio che a Eataly vi sia lo sfruttamento e l'oppressione psicologica dei dipendenti. E allora li ho incontrati per chiedere loro: siete d'accordo con questo messaggio?». Messaggio rimbalzato nei principali store d'Italia con il rischio di appannare l'immagine della catena che rappresenta oggi in Italia il cibo di alta qualità. Immagine costruita molto accuratamente e a cui i Farinetti sono molto attenti. «Noi non siamo contro quei tre lavoratori che hanno scioperato – spiega Farinetti –. Abbiamo detto: sono state dette tre cose che non sono vere e vogliamo dirlo». E a chi gli chiede che secondo i Cobas solo il 10% dei dipendenti è stabilizzato, Farinetti assicura: «Entro il primo anno vogliamo costruire lo zoccolo duro con questi 97 ragazzi coi quali vogliamo lavorare. Il nostro rimane comunque un lavoro stagionale, perché facciamo ristorazione.

Nei chiarimenti Farinetti ha ribadito che lo store fiorentino era partito con 131 ragazzi sulla scia dell'effetto start up e della stagionalità, due fattori che hanno costretto a ridurre a poco a poco il loro numero, fino ad arrivare, appunto, agli attuali 97. I numeri tornano anche ai sindacati ma la tipologia dei contratti, almeno fino a ieri, no. Per questo la Cgil la scorsa settimana ha denunciato il numero troppo elevato di lavoratori in somministrazione e a termine e il rischio che Eataly da opportunità potesse divenire fonte di precarietà. Ieri l'incontro tra l'azienda e la Cgil ha però cambiato le prospettive perché Cgil e Eataly hanno raggiunto un'intesa per avviare un percorso di stabilizzazione dei circa 100 ragazzi che lavorano nello store fiorentino della catena. Accordo «soddisfacente», come ha spiegato Massimiliano Bianchi della Filcams e Alessio Branciamore di Nidil, che hanno siglato l'intesa con Farinetti.

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