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Questo articolo è stato pubblicato il 06 settembre 2014 alle ore 08:14.

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TARANTO
La «sicurezza sul lavoro nello stabilimento», sempre più prioritaria dopo l'incidente mortale dell'altro ieri, «l'assetto produttivo e commerciale dell'azienda perchè dobbiamo produrre reddito e ricavare margini dal prodotto», «la creazione di condizioni tali che ci diano la possibilità di dimostrare che lo stabilimento Ilva di Taranto è efficiente e di grande rilievo industriale».
Insediato dall'inizio del mese nel ruolo di managing director dell'Ilva, Roberto Renon, manager di provenienza Enel nominato nelle scorse settimane dal commissario Piero Gnudi, indica quelle che sono le priorità che attendono la nuova squadra in una fase cruciale per la vita dell'azienda. «La squadra è ora completata - dice Renon al Sole 24 Ore riferendosi alle varie nomine che il commissario ha fatto, l'ultima delle quali ha riguardato il direttore finanziario Claudio Sforza - e speriamo che il mercato ci aiuti visto che sta dando qualche piccolo segno di risveglio. Delle indicazioni preliminari. Puntiamo a recuperare efficienza e capacità produttiva. Puntiamo ad uno stabilimento che lavori con un carico magari non ottimale ma sufficientemente ragionevole. Nella prossima settimana - aggiunge Renon - il nuovo direttore commerciale intraprenderà un giro presso tutti i principali clienti di Ilva per vedere come sviluppare la produzione in relazione alle loro esigenze».
E intanto l'incidente costato la vita ad Angelo Iodice, socio e responsabile prevenzione della "Global Service", travolto da una macchina operatrice mentre effettuava rilievi tecnici nell'area dove il 27 agosto scorso c'era stato il deragliamento di un carro siluro con 200 tonnellate di ghisa, sollecita l'Ilva a riprendere con più attenzione e determinazione il problema della sicurezza sul lavoro. «Giovedì, alla buona notizia della concessione del prestito ponte da parte delle banche, ne è seguita, purtroppo, una cattiva - dice Renon -. Posso dire che sul tema della sicurezza saremo inflessibili anche per quanto riguarda le procedure. Chiederemo l'aiuto degli operai e dei sindacati. Sicuramente ci sono manutenzioni preventive e pianificate che vanno fatte, ma nell'incidente di giovedì gli impianti non centrano nulla - afferma Renon -. Stiamo facendo tutti gli approfondimenti e comunque bisogna partire dai comportamenti. Tutti devono essere convinti che la sicurezza è un elemento importante, il fattore umano è superiore a tutto. E su questo saremo conseguenti».
«Uno stabilimento come Taranto non può non essere inserito nel territorio» aggiunge Renon, confermando che parte dei soldi del prestito andranno a coprire i crediti vantati dalle imprese fornitrici. «La quantità, però, la vedremo in base alle disponibilità di liquidità che ci saranno - sottolinea Renon -. Stiamo lavorando e nel giro di qualche settimana contiamo di immaginare come chiuderemo l'anno in modo da prendere le contromisure. Che seguiranno l'ordine di priorità che ho indicato». Renon ricorda poi che l'80% delle prescrizioni agli impianti dovrà essere completo a luglio 2015 ma ribadisce pure «che l'elemento liquidità è fondamentale». Infine, Renon non commenta l'evoluzione della partita acquirenti (in corsa per Ilva c'è Arcelor Mittal ma anche Jindal ha espresso interesse), però sottolinea: «Il nostro impegno è far sì che i compratori acquistino un'azienda risanata o almeno con un inizio di risanamento».
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