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Questo articolo è stato pubblicato il 10 settembre 2014 alle ore 08:09.

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Non solo ambientalisti o istituzioni abruzzesi, ma anche associazioni internazionali, rappresentanti di categorie imprenditoriali e tanti cittadini. Tutti contro Ombrina Mare, il progetto di estrazione petrolifera che l'inglese Rockhopper (che ha recentemente acquistato i diritti dalla connazionale Medoilgas) vorrebbe istallare al largo delle coste abruzzesi. Al ministero dell'Ambiente sono arrivate quasi 450 osservazioni all'interno dell'iter di concessione dell'Autorizzazione integrata ambientale.

Un'opposizione non solo abruzzese o italiana, ma che travalica i confini del nostro Paese. Tra coloro i quali hanno inviato osservazioni a via Cristoforo Colombo, Keep Ireland Fracking Free, associazione irlandese che si batte contro la pratica della fratturazione idraulica del sottosuolo per l'estrazione dello shale gas. «Un'area bella come la costa adriatica non dovrebbe essere esposta ai rischi derivanti dalla presenza di una piattaforma petrolifera », scrivono gli aderenti. Testo copiato da Syntax-design practice and architectural research lab, studio nato a Los Angeles ma con sede anche in Germania, dal presidente dell'Empire State Consumer Project di New York, un ente no profit impegnato nella riduzione dell'uso di pesticidi. No anche dal collettivo francese 'Non aux hydrocarbures de schiste et de houlle", Centro nazionale di ricerche scientifiche di Tolosa, il California Institue of Technology con osservazioni spesso identiche tra loro. Infatti, tra le centinaia di documenti in molti casi si ripetono osservazioni tali e quali, frutto di un vero copia/incolla di un testo base, pratica usata non solo dalle associazioni straniere, ma soprattutto dai semplici cittadini italiani.
Tra le osservazioni ‘originali', quella di Erik Mar che scrive in nome della Los Angels Country Bicycle Coalition, preoccupato per il progetto della pista ciclabile che percorre l'intera costa abruzzese per 130 km.
Tornando in Italia, in prima fila si trovano gli enti locali. Le Regione Abruzzo evidenzia di non riscontrare la compatibilità ambientale, paesaggistica e normativa con il progetto, che presenta inoltre varie incongruenze tecniche. La stessa Regione poi chiede al ministero di Galletti di «scandagliare ed esaminare complessivamente tutti gli impatti ambientali dell'opera e della produzione di inquinanti derivanti dal suo esercizio sulla zona che ne è interessata".
Il comune di Vasto scrive che «occorre integrare la documentazione» per valutare l'incidenza del progetto su alcuni siti di importanza comunitaria, mentre la provincia di Chieti rileva invece le «carenze indagatrici e illegittimità nella procedura legislativa» per un progetto che ha «impatti negativi ambientali e sociali in netto contrasto con le linee programmatiche dell'amministrazione ». No anche dal comune di San Vito chietino e Fossacesia.

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