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Questo articolo è stato pubblicato il 09 settembre 2014 alle ore 21:19.
L'ultima modifica è del 10 settembre 2014 alle ore 09:15.

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Tutto da rifare per i tasti 8 e 9 del telecomando, assegnati a Mtv Italia e Deejay Tv e già al centro di una lunga battaglia giudiziaria. A colpi di carte bollate, come in un gioco dell'oca, la questione è tornata al punto di partenza. A tagliare la testa al toro è stato l'ultimo intervento del Consiglio di Stato che dichiarato inammissibili i ricorsi presentati dall'Agcom, dal Mise e da Mtv Italia contro la sentenza con cui gli stessi giudici di Palazzo Spada avevano annullato la delibera dell'Autorità sul nuovo piano di numerazione dei canali.

Si tratta di due numeri strategici che fanno gola anche alle tv locali, scese da anni sul piede di guerra per evitare di restare confinate lontano dalla "testa" della classifica. Un po' di storia può aiutare a capire il quadro di questa intricata vicenda. Nel 2010 l'Agcom adottò il primo Piano di numerazione automatica dei canali digitali terrestri. I numeri da 1 a 9 toccarono ai canali generalisti nazionali ex analogici. Quelli da 10 a 19 alle emittenti locali. Il piano venne annullato nel 2012 dal Consiglio di Stato, che ha bocciato le valutazioni dell'Agcom obbligando la stessa Authority a ripronunciarsi, effettuando una nuova analisi sulle abitudini e le preferenze degli utenti. Nel marzo 2013, dopo la consultazione pubblica e la nuova indagine di Piepoli, l'Agcom approva il nuovo Piano confermando La7 al numero 7, Mtv all'8 e Deejay Tv al 9.

Una decisione che ha rilanciato proteste e ricorsi da parte di operatori che contestavano il carattere generalista di Mtv e Deejay Tv. E proprio i numeri 8 e 9 sono finiti sotto la lente del Consiglio di Stato, che a dicembre ha dichiarato la nullità della loro assegnazione. Meno problematica la situazione del tasto numero 7, in quanto La7 è ritenuta emittente generalista nonché abitualmente collocata dai telespettatori in quella posizione anche prima del piano 2010. Poi la sentenza sfavorevole ad Agcom e nomina di un commissario ad acta per predisporre un nuovo piano.

«L'attività del commissario ad acta, prudenzialmente sospesa dal Collegio in sede cautelare per la complessità della materia controversa» ha scritto la terza
sezione del Consiglio di Stato nella sentenza, depositata ieri, deve «riprendere il suo corso in riferimento alla valutazione, ora per allora, dell'assegnazione dei canali 7, 8 e 9 ai canali
ex analogici generalisti». Si ribadisce anche che la numerazione dei canali "non può non tenere conto" delle "preferenze" e delle "abitudini" degli utenti.

«La decisione del Consiglio di Stato conferma alcune posizioni di Mtv e consente la ripresa dei lavori del commissario. Quindi siamo sereni e fiduciosi che questa situazione si risolverà presto e nel migliore dei modi», commenta Andrea Castellari, amministratore delegato di Viacom International Media Networks Italia, auspicando tuttavia «un
esito che ci dia la possibilità di continuare ad investire e a espandere il nostro business in Italia a tutela dei nostri utenti».

La decisione del Consiglio di Stato sulla numerazione dei canali sul telecomando «conferma ulteriormente le rilevanti criticità della delibera Agcom» in materia «che aveva fortemente penalizzato il settore televisivo locale», è il commento di Marco Rossignoli, coordinatore di Aeranti-Corallo, associazione di emittenti locali, satellitari e
via Internet. «Aeranti-Corallo - aggiunge Rossignoli in una nota - auspica ora una soluzione legislativa della problematica che dia certezza alle imprese. In mancanza di tale certezza - ha concluso Rossignoli - le imprese non possono programmare in
alcun modo la propria attività».

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