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Questo articolo è stato pubblicato il 16 settembre 2014 alle ore 11:40.
L'ultima modifica è del 16 settembre 2014 alle ore 11:41.

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Ci sono giornate in cui a Pompei la cronaca diventa surreale. L'ultima, per esempio, è tutta un programma: a poche ore dall'ennesima intrusione notturna nell'area archeologica, per ora senza conseguenze, all'aeroporto di Roma viene recuperato un pezzo di tempio proveniente dall'antica città vesuviana che una coppia di turisti americani era probabilmente intenzionata a trafugare negli Stati Uniti. Adesso per loro scatterà una denuncia per appropriazione di bene dello Stato.

Stando alle prime ricostruzioni i due, coppia di trentenni in vacanza tra Roma e Napoli, avevano fatto tappa a Pompei e lì avevano prelevato un frammento di geison (la parte che regge il frontone del tempio greco) di circa 10 chilogrammi. Un «souvenir» particolarmente ingombrante che tenevano nel bagagliaio dell'auto presa a noleggio, forse con l'intento di portarselo negli Stati Uniti. Al momento del rientro in patria tuttavia devono averci ripensato: consapevoli che non era possibile varcare la frontiera con un reperto di tali dimensioni, lo hanno abbandonato sotto il sedile della Peugeot 3.800 presa a noleggio al multipiano B di Fiumicino. Avvolto in una mappa di Pompei. Se i turisti sono riusciti a salire sul volo Delta Airlines delle 11.15 per Detroit e a mettersi in viaggio verso casa, la struttura architettonica in poche ore è finita nelle mani dei carabinieri del Nucleo tutela del patrimonio artistico che ne hanno accertato la provenienza e provveduto a individuare la coppia così da far partire la denuncia a piede libero. In caso di arresto in flagranza avrebbero rischiato una condanna fino a quattro anni e un'ammenda di oltre 5mila euro. Ora ci sarà di mezzo un'estradizione. L'episodio denuncia ancora una volta la violabilità dell'area archeologica di Pompei, nonostante gli ultimi investimenti nel sistema di videosorveglianza e i costi tutt'altro che contenuti del servizio di vigilanza. Esistono infatti varchi non presidiati dalle videocamere: lo dimostra l'intrusione notturna di ieri da parte di cinque persone, ripresa soltanto nel tratto di via Nocera ma non nei punti in cui il gruppo è entrato e uscito dal sito. Un sito esposto a bravate e tombaroli.

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