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Questo articolo è stato pubblicato il 18 settembre 2014 alle ore 06:37.

MILANO
Tre inchieste della procura e 30 aziende interdette per sospette collusioni mafiose: è il "lato oscuro" di Expo. Tutto è iniziato a marzo 2014. Il primo dossier, coordinato dal procuratore Alfredo Robledo, ha approfondito il ruolo di Infrastrutture lombarde (Ilspa), la controllata della Regione Lombardia che si occupa di grandi appalti regionali e che per l'Expo ha svolto fino a poche settimane fa la Direzione dei lavori della Piastra, il principale appalto del sito espositivo (adesso l'incarico è passato a Italferr).
L'inchiesta ha portato all'arresto di 8 persone e al sequestro di documenti negli uffici della società. L'accusa era, a vario titolo, associazione a delinquere, truffa, turbativa d'asta e dichiarazione del falso. L'ex dg Antonio Rognoni e il suo braccio destro Pier Paolo Perez sono finiti in carcere (Rognoni ha patteggiato). Gli altri indagati sono manager e avvocati, accusati di aver avuto consulenze senza gara e ottenuto favoritismi grazie alla rete di relazioni all'interno di Comunione e liberazione.
A maggio la questione Expo è esplosa con un'inchiesta mirata coordinata dal procuratore Ilda Boccassini: 16 arresti, eseguiti tra maggio e agosto, 80 perquisizioni in 15 città e il sospetto di una «cupola degli appalti» in Lombardia. L'accusa, ancora, è di corruzione, associazione a delinquere e turbativa d'asta. Finisce in custodia cautelare Angelo Paris, responsabile progetti e appalti di Expo, uno degli uomini più importanti della struttura della società di gestione. L'accusa per lui è di corruzione e turbativa d'asta, per aver aiutato illecitamente l'azienda Maltauro nell'appalto per le architetture di servizio, in cambio della promessa di carriera ai vertici di Infrastrutture lombarde. A fare da intermediari – intascando cioè 600mila euro di mazzette dalla Maltauro e promettendo la scalata professionale a Paris – sarebbero stati vecchi nomi noti alle cronache e alle procure: Primo Greganti, ex funzionario del Pci accusato 30 anni fa di essere il collettore delle tangenti di Botteghe Oscure; Gianstefano Frigerio, ex segretario amministrativo della Dc milanese ed ex deputato di Forza Italia; Luigi Grillo, ex parlamentare del Pdl; Sergio Cattozzo, ex segretario regionale dell'Udc della Liguria. Per tutti sono scattate gli arresti cautelari.
Infine l'ultima indagine dove ancora si parla di Expo, a luglio. Il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni finisce nel mirino della procura di Busto Arsizio per una questione legata a presunte raccomandazioni: avrebbe imposto le assunzioni di Mara Carluccio e Maria Grazia Paturzo rispettivamente nella partecipata pubblica Eupolis e in Expo 2015. Infine, ieri, l'ultimo sviluppo dell'inchiesta di luglio (nelle mani dei pm Claudio Gittardi e Antonio D'Alessio), con l'avviso di garanzia al subcommissario di Expo Antonio Acerbo.
Solo una settimana fa, inoltre, la prefettura di Milano ha interdetto due aziende per tre appalti: due relativi ai cantieri della Tangenziale ad Est di Milano (opera connessa ad Expo) e uno relativo alla ristrutturazione del centro di sicurezza del sito espositivo. In questo caso di parla di sospette infiltrazioni criminali. La sospensione è scattata per 30 aziende.
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