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Questo articolo è stato pubblicato il 20 settembre 2014 alle ore 08:13.
L'ultima modifica è del 20 settembre 2014 alle ore 11:18.

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L'avvio ufficiale del progetto a Baku, capitale dell'Azerbaijan, e la protesta nel Salento. È a due facce il giorno significativo di Tap, il gasdotto che trasporterà il gas azero in Europa attraversando Grecia, Albania, Mar Adriatico per giungere poi in Puglia, a San Foca nella marina di Melendugno, e da qui connettersi alla rete di Snam.

I Paesi che hanno approvato il gasdotto in quanto opera strategica per la diversificazione energetica sono dunque oggi a Baku (per l'Italia ci sarà il viceministro Claudio De Vincenti) per confermare un impegno. In gioco è un investimento da 40 miliardi.
Ben altro clima, invece, a Melendugno dove c'è un'ennesima protesta del fronte del no al gasdotto. Fronte traversale, che va dai sindaci ai diversi movimenti, e che ha inasprito il proprio dissenso dopo che Tap ha avuto, negli ultimi giorni, la Valutazione di impatto ambientale favorevole a San Foca da parte della commissione nazionale del ministero, il decreto di Via del ministro dell'Ambiente, Gian Luca Galletti, e la relativa delibera del Consiglio dei ministri. In Puglia una settimana fa per la Fiera del Levante il premier Renzi ha detto che l'opera si farà e che il dissenso, pur legittimo, non può essere uno stop. «Opera inutile, dannosa e che rovinerà l'ambiente, la pesca e il turismo» ribattono i sindaci che proprio a Renzi hanno confermato il loro no.
Adesso, in previsione della conferenza che convocherà il Mise per il rilascio dell'autorizzazione unica che serve a Tap per cominciare i lavori in Italia, chi si oppone al progetto affila le armi. Ma in modo diverso.

Se pare certo che i movimenti impugneranno il decreto di Via al Tar ( 60 giorni di tempo), la Regione Puglia, che resta contraria, vuole invece giocarsi al Mise il secondo tempo della partita autorizzativa. È in questa sede, infatti, che la Regione ribadirebbe il no a San Foca già espresso a gennaio col proprio comitato tecnico - parere consultivo - in modo da arrivare ad un mancato assenso. «Questo - dichiara Lorenzo Nicastro, assessore all'Ambiente della Regione Puglia - aprirebbe la strada ad un arbitrato tecnico nel quale esaminare localizzazioni alternative. La Regione non dice no al gasdotto. Contesta la scelta di San Foca e sottolinea che Tap, quando ha escluso gli altri approdi pure individuati nell'area, lo ha fatto in modo non sufficientemente documentato. Noi vogliamo una soluzione condivisa soprattutto col territorio».
Per un approdo diverso spingono anche i sindaci del Salento contrari al gasdotto a San Foca (una trentina su un centinaio di Comuni dell'area). A Bari Renzi gli ha invitati a tirar fuori delle proposte e i sindaci hanno colto l'assist del premier intravvedendovi margini positivi. Ma due giorni dopo il ministro Galletti, sempre a Bari, ha riconfermato la validità di San Foca, evidenziato che la Via favorevole riguarda questo sito e non altri, che ci sono 58 prescrizioni che Tap dovrà osservare nella costruzione dell'opera per evitare danni ambientali, e che riaprire il discorso significherebbe allungare i tempi. Che oggi traguardano il 2016 come avvio dei lavori e il 2020 come disponibilità del gas (il gasdotto ne trasporterà 10 miliardi di metri cubi l'anno, raddoppiabili). Tap, dal canto suo, rammenta quando sta scritto nel parere di Via: «San Foca risulta l'alternativa migliore sotto i profili tecnico, ambientale e paesaggistico. In quest'alternativa la tecnologia del microtunnel permetterà di ridurre al minimo le interferenze con la fascia litoranea (potenziali impatti sul turismo, sul paesaggio e sull'ambiente)».

E il microtunnel da 1,5 chilometri che attraverserà da sotto la spiaggia di San Foca unendo la parte sottomarina della condotta a quella on shore di 8 chilometri, è oggetto di prescrizioni al pari di quelle che riguardano le cavità carsiche, i massicci corallini e gli ecosistemi «altamente vulnerabili» presenti lungo il tracciato. Zone ritenute critiche nel parere di Via e per le quali si dispone "tassativamente" il varo guidato nel progetto esecutivo allo scopo di evitare ogni possibile interferenza. E oggi Tap presenterà a Galatina una ricerca fatta ad agosto da Ispo che mette a confronto, attraverso delle interviste a turisti, titolari di imprese turistiche e residenti, quattro località (Casal Borsetti, Grottammare, Marina di Torino di Sangro e Mazara del Vallo) interessate dalla presenza di gasdotti. Nessunimpatto negativo sul turismo è la conclusione. Il fatto che siano poco distanti delle condotte che trasportano gas, non viene percepito negativamente, nè ha influenzato la scelta della località

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