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Questo articolo è stato pubblicato il 22 settembre 2014 alle ore 08:59.

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Il futuro delle Pmi italiane è legato a doppio filo all'innovazione: l'errore è non farla del tutto o farne troppo poca. È la Ricerca e sviluppo l'ingrediente che spinge i conti, nei casi migliori facendo crescere con tassi a due cifre il giro d'affari, e proietta le aziende sui mercati esteri, rafforzando le basi per la loro competitività.

A confermarlo sono gli amministratori delegati di alcune aziende che hanno vinto il premio «Imprese x innovazione». Come Marco Bellini, a.d. della Bellini Lubrificanti, una Pmi del settore chimico che è riuscita a triplicare il fatturato negli ultimi sette anni. Gli fa eco Diego Andreis, managing director della Fluid-o-Tech, leader nella progettazione e nella produzione di pompe volumetriche, che aumenta i ricavi con un tasso medio di circa il 20% l'anno. Per finire con una grande impresa come la Chiesi Farmaceutici, al top della ricerca e sviluppo in Italia «grazie a un budget annuo tra il 16 e il 20% del fatturato», sottolinea l'a.d. Ugo Di Francesco. Nel freddo linguaggio dei numeri Chiesi ha archiviato il 2013 con un fatturato di oltre 1,2 miliardi (+12% sull'anno precedente) e ogni anno investe, in media, in Ricerca e sviluppo circa 200 milioni. «L'innovazione è un elemento fondante di ogni azienda in particolare nell'industria farmaceutica dove, in media, dalla molecola al farmaco passano circa 14 anni», sottolinea.

Che cosa accomuna queste realtà così diverse tra loro? Sono tre delle nove aziende del settore "Industria e servizi" (si veda le schede a fianco) che mercoledì scorso a Roma hanno vinto il «Premio dei premi» istituito dalla Presidenza della Repubblica. Le nove aziende fanno parte delle premiate da Confindustria nell'ambito del premio «Imprese x innovazione - Andrea Pininfarina», realizzato in collaborazione con la Fondazione Giuseppina Mai, Intesa Sanpaolo, Mediocredito Italiano, l'Unione industriale di Torino e con il supporto tecnico dell'Associazione premio qualità Italia (Apqi).

Il premio «Imprese x Innovazione - Andrea Pininfarina» è stato assegnato a venti imprese: Bellini, Chiesi Farmaceutici, Pontlab, Fincantieri, Fluid-o-tech, Vetrya, Zucchetti Centro Sistemi, A Tlc, Farmalabor, Industrie Saleri Italo, Itel Telecomunicazioni, Laboratori Archa, Mavi Sud, Opus Automazione, System House, Tt Tecnosistemi, Fercam, Officine di Cartigliano, Oikos e Pet engineering.

È una ricerca che sempre più vede l'affiancamento del mondo accademico a quello delle imprese: una via percorsa da Chiesi e Fluid-o-Tech. «Collaboriamo con il Politecnico di Milano e altre due aziende in un gruppo interdisciplinare e coinvestiamo nella ricerca - afferma Andreis -. Inoltre abbiamo sottoscritto un contratto di rete». Una strategia che dà i suoi frutti e non solo in termini di fatturato proiettato «verso i 60-70 milioni nel 2015 contro i 37 del 2013». La Pmi ha inoltre incrementato la propria visibilità internazionale diventando partner tecnologico per alcuni contratti chiave dei clienti. «A cambiare è il rapporto con il mercato - continua il managing director -. In queste settimane, per esempio, stiamo negoziando con delle aziende americane».

Il Gruppo Chiesi, tra le imprese italiane più attive nel presentare domande di brevetto europeo (Epo), ha in essere, tra l'altro, una partnership con l'Università di Modena. I risultati si misurano non solo in ricavi, ma soprattutto nella sostenibilità di lungo periodo. «L'obiettivo è realizzare un nuovo farmaco ogni 4-5 anni - dice Di Francesco -. Ora è in fase regolatoria quello che potrà essere il primo prodotto al mondo di cellule staminali autologhe per il trapianto della cornea».

La ricerca invece ha portato Bellini a produrre la "famiglia" Harolbio di biolubrificanti a base di oli vegetali utilizzati nelle lavorazioni metalmeccaniche. «È una gamma di fluidi biodegradabili, offrono maggiori prestazioni e maggiore sicurezza per l'operatore rispetto agli oli minerali, non presentano problemi di smaltimento e non sono tossici» spiega Marco Bellini. La società, poi, è specializzata nella creazione di lubrificanti "personalizzati", secondo le specifiche necessità dei clienti. «Abbiamo un portafoglio prodotti con oltre 1.400 referenze, perché ormai ogni impresa ha un suo "unico" processo di lavorazione». Quasi un sesto degli addetti della Pmi sono impiegati nel laboratorio di R&S.

L'innovazione, dunque, spinge i fatturati, accelera i processi d'internazionalizzazione e mette le ali alla competitività. Un fattore irrinunciabile, ma non si deve dare per scontato che fare ricerca in Italia sia facile. Su questo punto Di Francesco chiede uno snellimento della burocrazia e una maggiore certezza delle norme.

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