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Questo articolo è stato pubblicato il 25 settembre 2014 alle ore 08:57.

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È tregua dopo il conflitto nel terminal container del porto di Taranto. Se resta per ora confermata la decisione di Evergreen, azionista del terminal insieme ad Hutchinson, di non inviare più già da questa settimana il traffico oceanico con le grandi navi, Taranto container terminal, la società che gestisce l'infrastruttura, fa invece un passo indietro rispetto all'annunciata decisione di sospendere l'operatività dai primi di ottobre. Tct continuerà infatti a mantenere una quota di attività anche nella fase di cantiere che dovrebbe presto interessare il terminal con una serie di lavori. Rimarrà il cosiddetto traffico locale dei container.

È il punto di mediazione raggiunto ieri sera in Prefettura dopo una giornata difficile che in mattinata aveva visto i lavoratori di Tct manifestare in modo acceso davanti alla sede dell'Autorità portuale di Taranto e in serata le parti riunite attorno al tavolo convocato con urgenza dal prefetto di Taranto, Umberto Guidato. Nell'incontro di ieri si è anche concordato che l'Authority riverificherà i tempi dei lavori previsti, ovvero adeguamento della banchina del terminal e dragaggi, per cercare di accelerarli e che tutte le parti che nel 2012 hanno firmato l'accordo sul porto si impegneranno a rimuovere gli ostacoli sorti. Dal sindaco di Taranto, Ezio Stefàno, e dal governatore della Regione Puglia, Nichi Vendola, è intanto già partita al Governo la richiesta - condivisa nel vertice di ieri - di convocare le parti in ordine proprio all'accordo di due anni fa sul porto. Un'intesa che riguarda il rilancio del terminal e che in una fase critica per Taranto, non può esser vanificata, osserva Vendola. Avanza intanto l'ipotesi di verificare col ministero del Lavoro e la presidenza del Consiglio la possibilità di prorogare la cassa integrazione per i 570 addetti di Tct che scade a maggio prossimo, mese in cui i lavori al terminal non saranno certamente completati.

Sono stati proprio i ritardi nei lavori a portare Tct ed Evergreen a fermarsi. Tct dichiarando che, col cantiere in attività sulla banchina, non avrebbe potuto operare ma che avrebbe anzi approfittato per fare i lavori a suo carico, ovvero il revamping delle gru. Evergreen, invece, affermando che a causa di fondali poco profondi le nuove navi entrate in esercizio nella flotta non avrebbero più potuto attraccare a Taranto. Da parte del comitato portuale era stata quindi lanciata a Tct ed Evergreen una proposta per tener almeno una parte del traffico container, ma Tct l'aveva respinta contestando all'Authority una serie di inadempienze e rammentando che ci sono interventi attesi da oltre 12 anni, mentre l'adeguamento del terminal è in ritardo di 20 mesi sulla tabella di marcia prevista. Ora per l'adeguamento della banchina l'Authority aspetta l'esito dell'ennesima udienza al Tar - è fissata per l'8 ottobre - a seguito della battaglia legale in atto tra i raggruppamenti di imprese classificatisi al primo e secondo posto della graduatoria della gara d'appalto. A Tct, l'Authority ha presentato un cronoprogramma che prevede che i primi 900 metri di banchina siano pronti entro dicembre 2015 e gli altri 300 metri entro aprile 2016. Per i dragaggi che porteranno i fondali a 16,50 metri, l'Authority ha aggiudicato i lavori nei giorni scorsi ma l'offerta avanzata dall'impresa è stata ritenuta anomala rispetto all'importo a base d'asta e alla tempistica e quindi nelle prossime settimane dovrà essere verificata con la stessa azienda.

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