Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 27 settembre 2014 alle ore 08:14.
PADOVA
Con la progettazione in corso a Verona da parte di Rfi (Rete ferroviaria italiana) e dopo lo sblocco del nodo di Vicenza e le risorse per l'avvio dei cantieri sulla Brescia-Padova, l'alta velocità in Veneto è in fase di accelerazione. Ma il ridisegno del nodo di Padova è una questione ancora da affrontare e il progetto sul passaggio in città è fermo a disegni di 10 anni fa. Manca, inoltre, una dotazione finanziaria certa, poiché le ultime risorse Cipe del 2006 sono state riassegnate.
Per riaprire il dibattito e aggiungere il tassello mancante sulla linea del corridoio Est-Ovest (Trieste-Torino-Lione) e del corridoio Nord-Sud (verso Roma), Confindustria Padova ha presentato un'innovativa proposta progettuale per l'attraversamento e la fermata dell'alta velocità a Padova. Il progetto, elaborato con la società che ha progettato il nodo di Vicenza, prevede la collocazione della nuova stazione ferroviaria per Av/Ac tre chilometri a est della stazione centrale di Padova, a ridosso dell'autostrada A4 (e dell'intersezione tra la nuova strada del Santo e l'Arco di Giano). La fermata si denominerebbe Padova San Lazzaro (dal nome del quartiere).
Qui si realizzerebbero le fermate di tutti i treni passeggeri di breve, media e lunga percorrenza, oltre che della linea Av/Ac, garantendo l'intermodalità tra i vari servizi ferroviari e tra questi e i servizi urbani ed extra-urbani, grazie a un parcheggio scambiatore collegato alla rete di tangenziali ed autostrade. La soluzione consente il quadruplicamento a nord della nuova linea Av/Ac e l'attraversamento di Padova interamente in superficie.
L'attuale stazione ferroviaria Padova Centrale, troppo inurbata e fortemente critica sia per il potenziamento ferroviario (non c'è spazio per la nuova linea veloce), sia per la sua accessibilità con auto e autobus, manterrebbe gli attuali servizi, sarebbe riqualificata nell'area circostante e ristrutturata per ottenere la specializzazione di due degli 11 binari, che diventano passanti verso Padova San Lazzaro.
Una prima stima dei costi della proposta progettuale parla di 300 milioni di euro, comprensivi anche del riordino urbanistico e dei collegamenti di Padova San Lazzaro.
«L'iniziativa è nata dal confronto con il Comune - spiega il presidente di Confindustria Padova Massimo Pavin -. Recuperare il ritardo accumulato sul nodo di Padova dell'alta velocità è stato tra i primi temi discussi con il sindaco Massimo Bitonci prima dell'estate e che il sindaco ha ritenuto opportunità strategica per il rilancio della città. Oggi mettiamo a disposizione questo studio, nella convinzione che solo una proposta forte e condivisa del territorio possa indurre ministero dei Trasporti e Rfi ad una soluzione non minimale del nodo di Padova, che ne valorizzi le potenzialità di hub intermodale dell'alta velocità».
«Vogliamo fare un gioco di squadra con Comune, Camera di Commercio e Regione del Veneto - continua Pavin -, come avvenuto a Vicenza, per condividere la proposta ed avviare la progettazione con Rfi entro fine anno».
© RIPRODUZIONE RISERVATA