Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 30 settembre 2014 alle ore 09:07.
L'ultima modifica è del 30 settembre 2014 alle ore 11:09.

My24

I sindaci del Salento e la Regione Puglia provano a riaprire la partita del gasdotto Tap, l'opera per la quale la commissione tecnica del ministero dell'Ambiente e lo stesso ministro Gian Luca Galletti hanno dato il via libera per l'approdo sulla costa adriatica pugliese. Convocati dal governatore Nichi Vendola, i sindaci sono nel pomeriggio a Bari, alla Regione, per lanciare la proposta di una localizzazione alternativa del gasdotto che arriverà in Puglia dopo aver attraversato Turchia, Grecia, Albania e Mar Adriatico. L'approdo designato, tanto ai sindaci quanto alla Regione, non va bene perchè, dicono, far arrivare il gasdotto a San Foca, nella marina di Melendugno, significa danneggiare l'ambiente, il mare, e quindi compromettere la vocazione turistica dell'area, persino l'immagine che il Salento si è costruito negli anni.

Ma la Valutazione di impatto ambientale favorevole rilasciata dal ministero, evidenzia Galletti, “è stata severissima. Ci sono 58 prescrizioni, quindi dal punto di vista ambientale mi sento tranquillo sull'opera”. E a proposito dell'opposizione al gasdotto che viene dal territorio - una quarantina di sindaci schierati per il no a fronte del centinaio di comuni che formano la provincia di Lecce -, il ministro dell'Ambiente auspica che “una volta preso atto” dei paletti fissati dai tecnici, “ci sia anche da parte delle realtà locali una presa d'atto che quest'opera possa essere fatta nel rispetto ambientale”. Mentre la società Tap, dal canto suo, sottolinea come proprio la commissione ministeriale che ha espresso la Via favorevole ha detto che il miglior approdo, quello che minimizza il rischio ambientale e offre le maggiori garanzie ambientali, è proprio San Foca. Queste le posizioni, dunque.

Il dissenso dei sindaci e della Regione non è nuovo. Parte dai mesi scorsi, la Regione a gennaio ha detto per la seconda volta no col proprio comitato tecnico (parere consultivo), e si è via via intensificato in queste settimane che vedono il dossier Tap passare al ministero dello Sviluppo economico dove ci sarà l'ultima fase istruttoria prima del rilascio dell'Autorizzazione unica all'opera, dopodichè si potrà partire con i cantieri. Sindaci e Regione provano a proporre un approdo alternativo al gasdotto perchè hanno ricevuto un invito in tal senso dal premier Matteo Renzi quando nelle scorse settimane è stato a Bari in occasione dell'inaugurazione della Fiera del Levante. Un margine stretto, perchè cambiare localizzazione significherebbe ripartire con le valutazioni di impatto ambientale e le autorizzazioni, che sindaci e Regione cercano però ad allargare.

“La Regione ha già annunciato che negherà l'intesa al Mise e noi chiederemo a Vendola non solo di negare l'intesa ma di presentare al ministero un'alternativa che dovrà essere individuata e valutata dalla stessa Regione” afferma il sindaco di Vernole, Luca De Carlo, che con Marco Potì, sindaco di San Foca, guida il fronte contrario dei primi cittadini al quale si sono uniti movimenti, ambientalisti e il comitato No Tap. Ma quale alternativa è possibile a San Foca? Gli amministratori si rifanno a quanto la società Tap ha indicato nei suoi studi, salvo poi scartare queste possibilità e convergere su San Foca come localizzazione migliore. Le ipotesi spaziano tutte nell'area, a nord e sud di San Foca, e riguardano cinque siti nel corridoio Brindisi Nord, quattro in quello compreso tra Brindisi Sud e Torchiarolo (comune della provincia di Brindisi), una nella zona tra Vernole e Melendugno, che è poi quella scelta e autorizzata, due, infine, nel corridoio più a sud, a Otranto.

La Regione, già a gennaio, disse che Tap aveva escluso la fattibilità di questi approdi senza motivarla adeguatamente ed è probabile che ora si concentri qui l'ulteriore approfondimento. Senza escludere l'ipotesi di una fusione tra i progetti dei due gasdotti che interessano la Puglia, Tap appunto e Igi-Poseidon, il cui approdo a Otranto ha già l'ok.
E anche per un'altra infrastruttura energetica, la base logistica a Taranto del giacimento petrolifero Tempa Rossa, in Basilicata, cresce l'opposizione in sede locale. Oggi, infatti, la commissione Ambiente del Comune di Taranto avvia l'esame dell'atto di indirizzo approvato giorni fa dalla giunta col quale si introduce una variante urbanistica nell'area del porto, impedendo così a monte la costruzione delle opere.

Dopo il sì della commissione, la variante dovrà andare in Consiglio comunale per essere votata e approvata. La base logistica di Tempa Rossa ha avuto, al pari di Tap, una serie di autorizzazioni anche ambientali a livello centrale. Il Comune di Taranto, che ha cambiato la sua linea dal sì al no, contesta l'inquinamento che quest'infrastruttura provocherà. Le compagnie Total, Shell e Mitsui, che effettuano l'estrazione dal giacimento, parlano invece di impatto zero.

Commenta la notizia

Ultimi di sezione

Shopping24

Dai nostri archivi