Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 30 settembre 2014 alle ore 15:20.
L'ultima modifica è del 30 settembre 2014 alle ore 15:44.

My24

È un settore che vale due volte il giro d’affari della vecchia Imu. Ma che soprattutto sottrae all’economia reale oltre 105 mila posti di lavoro. Il mercato dei prodotti conferma, in Italia, numeri di capogiro. Nel nostro Paese l’industria del falso genera un fatturato di 6 miliardi e 535milioni di euro. La stima emerge da una ricerca realizzata dal ministero dello
Sviluppo Economico in collaborazione con il Censis. Un mercato che nell’ultimo periodo ha anche abbassato i prezzi (18% in 5 anni) per rispondere meglio alla crisi economica.

I settori più colpiti dalla contraffazione sono gli asset del “made in Italy”: l’abbigliamento e gli accessori (2 miliardi e 243 milioni di euro, pari al 34,3% dell’intero valore), il comparto cd, dvd e software (1 miliardo e 786 milioni di euro, il 27,3% del totale) e i prodotti alimentari (poco più di un miliardo di euro, pari al 15,8% del totale). L’impatto della contraffazione sull’economia nazionale è pesantissimo. Se i prodotti contraffatti fossero realizzati e commercializzati sul mercato legale si avrebbero 17,7 miliardi di
euro di produzione aggiuntiva, con conseguenti 6,4 miliardi di valore aggiunto.
Ma è tutta una catena del valore che non viene alimentata. La produzione aggiuntiva genererebbe acquisti di materie prime, semilavorati e servizi dall’estero per un valore
delle importazioni pari a 5,6 miliardi di euro. E la produzione legale delle merci assorbirebbe 105mila lavoratori regolari occupati a tempo pieno.

Infine, c’è il danno all’erario. Riportare sul mercato legale la produzione delle merci contraffatte significherebbe garantire un gettito fiscale aggiuntivo per le casse dello Stato, tra imposte dirette e indirette, di 5 miliardi e 280 milioni di euro, considerando tutte le fasi della catena di produzione.

Inoltre - e questa è la curiosità - la crisi sembra colpire anche il settore illegale. I prezzi dei prodotti contraffatti - secondo i dati del Censis - sono a loro volta diminuiti, in 5 anni, del 18 per cento (ad eccezione dei medicinali). Il calo del fatturato non è però imputabile a meno attività illegale o una maggiore moralità degli acquirenti. Il calo del prezzo medio degli articoli sequestrati dalle Dogane e dalla Guardia di finanza, che in cinque anni è sceso, in media, da 13 euro a 10,7 è a causa della crisi, ovvero della minor capacità di spesa. Cui l’industria del falso, come qualunque settore economico in fase di deflazione, si è prontamente adeguata.

Secondo l’indagine nazionale del Censis, il 46% dei soggetti economici interpellati (camere di commercio, associazioni imprenditoriali e di categoria) dichiara che l’acquisto di merce
falsa è un’abitudine in crescita tra i consumatori (soprattutto per cd, abbigliamento e
accessori) e per un ulteriore 32% il fenomeno è comunque stabile. Il 60% dei loro
lamenta la presenza di imprese irregolari nella propria area, il 52% denuncia fenomeni di sfruttamento del lavoro e il 51% di immigrazione clandestina. Addirittura il 21% segnala la
presenza di imprese gestite direttamente dalla criminalità organizzata (e la percentuale sale al 43% al Sud).


«La contraffazione - ha detto il presidente della commissione parlamentare di inchiesta sulla Contraffazione, Mario Catania - tocca, con caratteristiche diverse, moltissimi
comparti produttivi e ciò che manca al consumatore, in generale, è la consapevolezza che la contraffazione non è un’illegalità minore e circoscritta». Se si cd, borse o magliette contraffatte è percepito ancora da troppi italiani come un “peccato veniale”, sono molti di più quelli che temopno la “contraffazione nel piatto”. Per 7 italiani su 10 (71%) le contraffazioni a tavola sono quelle più temute perché hanno pericolosi effetti anche sulla salute. È quanto ha aggiunto Coldiretti nel commentare il rapporto Censis. Dall’inizio della crisi, secondo un’analisi di Coldiretti sulla base dell'attività dei carabinieri dei Nas nel periodo 2007 - 2013, è aumentatob del 248% il valore di cibi e bevande sequestrati
perché adulterate, contraffate o falsificate.

Commenta la notizia

Ultimi di sezione

Shopping24

Dai nostri archivi