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Questo articolo è stato pubblicato il 01 ottobre 2014 alle ore 18:01.

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I cantieri dovrebbero essere aperti in novembre, l'inaugurazione è prevista per l'autunno del prossimo anno. Se la tabella di marcia sarà rispettata Fico – Eataly World, il mega parco tematico dedicato al food sul quale Bologna sta scommettendo per lanciarsi nel mondo come capitale del cibo, potrà sfruttare l'effetto staffetta di Expo 2015. Un anno fa c'era solo una idea, partorita da Oscar Farinetti.

Oggi il progetto della Fabbrica italiana contadina – 80mila metri quadrati nell'area del Centro agroalimentare del capoluogo emiliano – procede spedito con il benestare degli investitori. Dal Comune di Bologna, che con il conferimento degli immobili mette sul piatto 55 milioni. Per poi arrivare a Unindustria, Camera di Commercio, Coop Adriatica e Coop Reno, Cna e Confartigianato, Carimonte Holding, Fondazione Carisbo, Legacoop, solo per citarne alcuni. Un investimento da 50 milioni, 45 di equity già raccolti, attraverso il Fondo Pai, Parchi agroalimentari italiani, gestito da Prelios Sgr, che ha in carico lo sviluppo del progetto.

«Immaginiamo un fil rouge con l'esposizione universale», conferma l'ad di Prelios Sgr, Paolo Scordino. Partenza con il botto, annunciata dall'ultima tappa prima dell'inizio dei lavori: la presentazione alle imprese, e alla città, delle credenziali della Disneyworld del food, con un sito (www.eatalyworld.it) aperto alle candidature dei potenziali fornitori e delle aziende che vorranno ritagliarsi uno spazio nel parco tematico. «Stimiamo la presenza di ottanta imprese – spiega Tiziana Primori, vice presidente di Eataly – e la creazione di una rete di 2mila fornitori». Le imprese saranno scelte in base a tre criteri. Prima di tutto dovranno operare nel settore delle eccellenze alimentari del made in Italy. «Inoltre la selezione – prosegue Primori - dovrà garantire la rappresentatività del sistema produttivo e di tutta la filiera italiana del food. Ci saranno piccole, medie e grandi aziende».

Progetto ambizioso, che punta anche ad allevare start-up nel campo alimentare. Il parco non sarà solo una specie di campus della ristorazione – ospiterà venti ristoranti – ma anche una grande aula didattica per l'educazione alimentare, a disposizione delle scolaresche. Sarà dotata di orti e coltivazioni dimostrative, di allevamenti (5) e di acquari (2), di negozi e aree di vendita, di un centro congressi da 600 posti. Ospiterà eventi culturali, dimostrazioni di show cooking, concerti. Per attirare, in base alle stime, quasi 6 milioni di visitatori all'anno, partendo dalla dote dell'Expo. «Non stiamo parlando di un laboratorio in vitro – dice il presidente del Caab, Andrea Segrè – ma di una grande fattoria didattica che può sostenere anche l'incremento dell'export agroalimentare italiano nel mondo». Grazie al servizio di Infocamere le candidature saranno integrate dai dati dei registri delle imprese. E se c'è un nodo ancora irrisolto, riguarda il collegamento con il centro urbano. Tema sul tavolo del Comune. «Con la Regione – dice Matteo Lepore, assessore all'Economia e promozione della città – stiamo valutando l'ipotesi di autobus o collegamenti con i mezzi elettrici».

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