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Questo articolo è stato pubblicato il 01 ottobre 2014 alle ore 18:59.
L'ultima modifica è del 01 ottobre 2014 alle ore 19:22.

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Per adesso sono solo indiscrezioni, sia pure fondate. Al Ministero dello Sviluppo, alle Comunicazioni, il sottosegretario Antonello Giacomelli e il suo staff sono al lavoro per il decreto sul canone Rai, che conterrà anche norme sui finanziamenti alle tv locali. Dovrebbe sparire il bollettino individuale con cui si paga (o non si paga) “l’odiata tassa” sul possesso dell’apparecchio televisivo, poi riversata dal Tesoro alla Rai, detratta l’Iva e il minimo contributo all’Accademia di Santa Cecilia.

L’evasione sarà drasticamente ridotta
Sarà creato un nuovo meccanismo legato ai consumi delle famiglie, che dovrebbe eliminare l’evasione, oggi stimata intorno al 27% delle unità famigliari, riducendo al contempo l’importo del canone. Il quale sarà finalmente - come si chiedeva da anni - adeguato al reddito e ai consumi delle famiglie. Sempre che la riforma venga approvata all’interno del Governo: Giacomelli ha un appuntamento con Matteo Renzi sulla questione.

Non vi sarà l’inserimento nelle dichiarazioni Irpef
La cosa più semplice sembra quella di inserire nelle dichiarazioni Irpef il possesso o meno di un apparecchio televisivo e pagare di conseguenza in base al reddito (difficile che il 27% delle famiglie possa dichiarare di non possedere nemmeno un apparecchio tv, presente nel 98% delle famiglie secondo le indagini di mercato). Si è invece studiato un meccanismo legato ai consumi.

Due miliardi di euro grazie anche ai Giochi
L’importo massimo dovrebbe oscillare intorno ai 60 euro, il minimo intorno ai 35 euro. L’introito stimato per finanziare il servizio pubblico sarà intorno ai 2 miliardi, rispetto al miliardo e 700 milioni attuale, anche grazie a parte dei proventi che lo Stato ricava da tutti i Giochi, compresa la Lotteria Italia.

Canoni frequenze: Giacomelli ne sospenderà l’attuazione
Il sottosegretario Giacomelli, intanto, ha deciso di sospendere l’applicazione della delibera votata a maggioranza dall’Agcom, con l’opposizione del presidente Cardani e l’astensione del commissario Antonio Nicita - dovuta al miglioramento della delibera finale rispetto a quella andata in consultazione, altrimenti il suo voto sarebbe stato contrario.

La sospensione verrà introdotta o nel decreto sul canone Rai e le emittenti locali o in un emendamento ad un altro provvedimento legislativo. La delibera, approvata grazie al voto di tre consiglieri dell’Agcom su cinque, farebbe risparmiare Rai e Mediaset, aumentando i canoni per gli altri soggetti nazionali e locali.

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