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Questo articolo è stato pubblicato il 01 ottobre 2014 alle ore 08:44.

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Riuscire a tradurre la ricerca, di alto livello, nella pratica della realtà industriale piemontese e italiana. Punta su questo obiettivo il nuovo piano industriale di Environment Park, il parco scientifico e tecnologico ad azionariato pubblico che opera in regime di libera concorrenza ed è stato creato nel 2000 a Torino per promuovere la sostenibilità ambientale e l'innovazione.

Da luglio, la società (una Spa partecipata da Finpiemonte, Comune e Provincia, Camera di Commercio, Amiat, Iren Energia, Smat e Unione industriale) è passata sotto la guida del nuovo amministratore delegato, Davide Canavesio, che – insieme al presidente Mauro Chianale – ha illustrato, in occasione dell'assemblea dei soci, lo stato dell'arte del parco e le prospettive per il triennio 2015-2017. «Non c'è allarme sulla solidità della struttura – ha affermato Canavesio -. Conti alla mano, dopo un mese trascorso ad analizzare la situazione, posso dire che Envy Park è una realtà solida, che si regge in piedi in modo autonomo. Possiamo contare su uno stato di salute buono, grazie a flussi di cassa positivi sulla parte operativa di oltre mezzo milione di euro l'anno. Inoltre, la parte debitoria è in rapida e forte diminuzione: parliamo di poco più di tre milioni da restituire sul lungo periodo. A valle di questa constatazione, è stato dunque possibile costruire un nuovo piano industriale, che è stato approvato dal Cda e che ora è il punto da cui partiamo, anche per dare concretezza a una serie di progetti e iniziative che attendevano un positivo riscontro sui conti prima di poter decollare».

Attualmente l'attività del parco si regge su due business unit: una dedicata all'innovazione e sviluppo, che stimola iniziative di ricerca a partire dal settore dell'edilizia green, delle nanotecnologie al plasma, della valorizzazione delle biomasse e dei sistemi di produzione e stoccaggio di energie. La seconda di servizi immobiliari puri: il parco gestisce, infatti, un sito di oltre 30mila mq in cui sono insediate e affittano gli spazi 70 aziende dedicate all'innovazione tecnologica. Intorno a Envy Park si sviluppa, inoltre, il Polight, polo di innovazione che riunisce oltre 150 aziende per un investimento complessivo in ricerca e sviluppo di più di 25 milioni cofinanziati dai fondi strutturali della Regione Piemonte.

«Se la componente immobiliare è importante e pesa per circa il 40% del margine operativo lordo – prosegue Canavesio – non è questa la vera e unica risorsa del parco. Molto, già oggi, deriva ad esempio dalla presenza di una centrale idroelettrica, che produce e rivende, al sistema, energia. Inoltre, sono molti i finanziamenti intercettati su progetti europei». Su questo fronte si concentrano gli sforzi dei prossimi tre anni. «Per uscire – conclude Canavesio – fuori dai confini della nostra struttura e coinvolgere, fin da subito, nei progetti i partner industriali. E' alle pmi che ci rivolgeremo. Per sviluppare sempre di più sperimentazioni che rispondano ai reali bisogni del tessuto produttivo. Lo scopo del parco dovrà essere infatti quello di fare da moltiplicatore sul territorio di ogni euro che ci arriva da Bruxelles».

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