In Lombardia gli investimenti diretti esteri valgono 224 miliardi l’anno. Quasi quanto il Pil della Danimarca

Proprio nei giorni in cui la discussione politica nazionale è monopolizzata dal destino dell’articolo 18 sul reintergo dei lavoratori - che secondo i detrattori sarebbe uno tra i principali freni agli investimenti in Italia da parte di aziende estere - arrivano dalla Lombardia numeri che, una volta tanto, contraddicono le solite litanie su un Paese incapace di attrarre capitali internazionali. Gli investimenti diretti esteri (Ide) in questa regione valgono infatti, secondo la Camera di Commercio di Milano, quasi quanto il Pil della Danimarca: 224 miliardi di euro l’anno.

La Lombardia è prima per attrattività tra le principali aree europee (Londra, Parigi e Francoforte) in 17 settori economici su 30. In otto comparti (tessile, automazione, chimica, legno-arredo, automitive, recupero materie plastiche, nautica) il primato è attribuito a «vantaggi sul costo degli investimenti e sulla qualità del contesto economico», secondo quanto rivela l’indagine di «Invest in Lombardy», la struttura di Regione Lombardia, Unioncamere e Camera di commercio regionali che offre strumenti di sostegno alle aziende estere interessate a investire nel territorio.

Milano è al primo posto, come facilmente intuibile, per Ide: 174 miliardi di fatturato l’anno, per un totale di oltre 3.600 imprese (su 5mila nell’intera regione) multinazionali che danno lavoro a 275mila persone. Nel capoluogo la presenza di gruppi stranieri riguarda in particolare cinque Paesi (Stati Uniti, Germania, Francia, Regno Unito e Svizzera), che controllano il 70% delle sedi di imprese estere sul territorio. Cominciano tuttavia ad arrivare anche gruppi da Paesi emergenti, come Cina e India, ciascuno con 39 aziende aperte in città.

Proprio il tema dell’attrattività del territorio, e degli strumenti necessari per consolidare e possibilmente rafforzare tale attrattività, saranno al centro della tre giorni «Invest in Lombardy days», in programma a Milano dal 6 all’8 ottobre, a cui parteciperanno oltre 500 tra gruppi multinazionali, istituzioni locali e nazionali, economisti, professionisti, banche e imprese.

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