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Questo articolo è stato pubblicato il 03 ottobre 2014 alle ore 06:38.
L'ultima modifica è del 14 ottobre 2014 alle ore 10:37.

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MILANO - Sul Padiglione Italia dell'Expo piove sul bagnato. Il direttore unico dei lavori Antonio Acerbo si è autosospeso dall'incarico, dopo aver ricevuto pochi giorni fa un avviso di garanzia per turbativa d'asta e corruzione. E tutto questo appena una settimana dopo aver risolto - a fatica - la vicenda dell'Albero della vita, la scultura simbolo dell'Italia all'interno dell'esposizione universale, finita nel mirino dell'Autorità anticorruzione per non aver bandito tutte le gare e aver privilegiato gli affidamenti diretti.

Acerbo si era già dimesso dal ruolo più delicato di subcommissario di Expo 2015 (di fatto uno degli assistenti principali del commissario unico Giuseppe Sala), dopo essere finito nel registro degli indagati della procura di Milano con l'accusa, appunto, di aver compromesso l'esito di una gara d'appalto (il terzo lotto delle "vie d'acqua, realizzato dalla Maltauro) in cambio di «favori e utilità» (secondo le ricostruzioni sarebbe stato il figlio a beneficiarne, con consulenze da parte dell'azienda vincitrice).

Quelle del subcommissario Acerbo erano state definite "dimissioni a metà": una rinuncia al ruolo ai vertici della società di gestione dell'evento, ma il mantenimento del controllo del Padiglione Italia in qualità di Rup (responsabile unico del procedimento). La decisione, alquanto scivolosa, sembrava la migliore per tenere insieme due diverse esigenze: il bisogno di trasparenza, chiesto dal presidente dell'Anac Raffaele Cantone, e la necessità di mandare avanti speditamente le opere, già in ritardo. Già una decina di giorni fa Cantone si era espresso però in termini non entusiastici: «Mi pare una procedura corretta, ma transitoria». E in effetti aveva ragione: la soluzione "vera" è arrivata oggi, con un passo indietro definitivo di Acerbo da tutti gli incarichi in Expo.

Un'uscita totale di scena è sembrata la scelta migliore. Anche a Cantone. Soprattutto considerando che oggi il presidente del consiglio Matteo Renzi sarà a Milano per partecipare alla firma del protocollo d'intesa tra l'Anac e l'Ocse, a favore del rispetto delle regole anticorruzione a livello internazionale proprio nel periodo di Expo.
Ora la società dell'evento universale dovrà gestire l'inevitabile caos che seguirà nei prossimi giorni. Il cda si è riunito d'urgenza ieri, una volta appresa la notizia. «A brevissimo - spiega una nota ufficiale - la società Expo 2015 provvederà a nominare il sostituto di Antonio Acerbo, al fine di non interrompere i lavori del Padiglione Italia che stanno procedendo a ritmo serrato». Nei prossimi giorni si penserà al possibile sostituto, che dovrebbe essere comunicato lunedì. Per ora l'unica certezza è che a questo punto è indispensabile una conoscenza tecnica approfondita delle opere, per non perdere altro tempo. Potrebbe essere dunque un interno.

Nei cantieri ieri la notizia non è stata presa bene. Si teme soprattutto un rallentamento dei lavori nel cardo, la strada che porta al Padiglione Italia. Il Rup serve infatti a dare le autorizzazioni alle imprese che devono entrare nel sito espositivo di Rho. Senza il suo ok, tutto fermo. Cantone intanto ha inviato ieri al commissario unico Sala una serie di raccomandazioni per la corretta gestione delle procedure d'appalto. Il documento, articolato in 5 punti, contiene indicazioni sulla documentazione di gara, la commissione giudicatrice, gli affidamenti, l'esecuzione del contratto e gli affidamenti diretti.
La settimana prossima il Padiglione Italia, il cui commissario è Diana Bracco, dovrebbe comunicare la tempistica per la gara d'appalto dell'Albero della vita, relativamente agli aspetti tecnologici e di illuminazione. Il Politecnico fornirà i parametri e l'Expo dovrebbe poi aprire un'asta, su indicazione del Padiglione Italia che ne è responsabile.
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