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Questo articolo è stato pubblicato il 05 ottobre 2014 alle ore 16:15.
L'ultima modifica è del 05 ottobre 2014 alle ore 16:16.
Il giorno dopo l’annuncio del licenziamento di 115 dipendenti Nokia nelle sedi di Cassina de Pecchi (Milano), Roma e Napoli, reso noto dai sindacati, è arrivato ieri il messaggio di sostegno ai lavoratori da parte del ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, che ha chiesto all’azienda di «ritirare le lettere di mobilità e aprire una discussione». È attesa per domani mattina, intanto, la prima mobilitazione dei dipendenti del gruppo multinazionale, che protesteranno davati allo stabilimento del Milanese, quello interessato dal maggior numero di tagli.
La Rsa, che aveva diffuso la notizia dell’invio delle lettere da parte dell’azienda, ha annunciato il proposito di bloccare le attività del gruppo, con l'obiettivo «di far ritirare tutte le lettere da parte dell'azienda, che non ha avuto bisogno del Jobs Act o delle
modifiche all'articolo 18 per licenziare 115 persone, dopo averne già lasciate a casa 2.500 in 7 anni», ovvero l’83% della forza lavoro in Italia.
Il ministro Poletti - accolto da un dipendente Nokia che gli ha consegnato un volantino di protesta mentre entrava in un convegno su Vivere Milano Bicocca - ha aggiunto: «Chiedo all'azienda di ritirare questo provvedimento. Non è questo il metodo: si deve discutere e vedere cosa è possibile fare. In altre occasioni abbiamo trovato modi per risolvere in maniera dignitosa alcune situazioni difficili. Il mio impegno c'è tutto».
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