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Questo articolo è stato pubblicato il 05 ottobre 2014 alle ore 08:13.

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TORINO
La denuncia arriva da quella parte del Movimento no Tav che le barricate le erige, ma "di carta". Passando al setaccio gli atti ufficiali e ufficiosi della Torino-Lione. L'ultima incoerenza trovata è stata annunciata ieri, in una conferenza stampa a Torino: il tunnel esplorativo di Chiomonte – ha dichiarato l'opposizione – non sarà ultimato entro la scadenza, fissata in via perentoria da Bruxelles, del 31 dicembre 2015. Per questa data si arriverà solo a metà dell'opera e dunque si perderanno circa 33 dei 65,8 milioni di cofinanziamento.
Le ragioni dell'accusa muovono dalle carte. Nonostante il ministro alle Infrastrutture, Maurizio Lupi, abbia affermato nella sua ultima visita al cantiere, il 15 luglio, che lo scavo di Chiomonte terminerà a fine del prossimo anno, a smentire l'affermazione c'è – mostrano i no Tav – il testo di una gara d'appalto per il monitoraggio ambientale del tunnel esplorativo, pubblicata l'11 giugno 2014 da Ltf, dove si dice che il tunnel si completerà a dicembre 2016. Inoltre, la pagina "Cantieri Italia" del ministero delle Infrastrutture indica come chiusura del cunicolo addirittura giugno 2017.
«Lo scavo a Chiomonte – aggiungono Paolo Prieri e Alberto Poggio, tecnici del Movimento che il 14 ottobre a Bruxelles sarà ricevuto dai parlamentari Ue – sta procedendo più lentamente dei 10 metri giornalieri dichiarati. In 39 mesi è stato scavato appena il 17% del totale. L'Europa non potrà che revocare i fondi. Lo stesso accadrà per la discenderia aggiuntiva, in Francia, di S.Martin-La-Porte, che inizia solo ora in netto ritardo».
A rispondere al movimento è però Ltf, la società che esegue gli studi. «Anche dovessero essere stornati i fondi – spiega il direttore, Maurizio Bufalini – il meccanismo di finanziamento dell'Europa prevede che ciò che viene decurtato prima, sia recuperato nel periodo successivo. Impensabile che un'opera promossa dalla Commissione, venga poi lasciata a metà. Nel bando abbiamo indicato una scadenza più lunga, tenuto conto che finito il grosso del lavoro, restano sempre le sistemazioni. In ogni caso, ad oggi, le condizioni per rispettare il cronoprogramma ci sono ancora tutte. Sarebbe opportuno attendere la fine, prima di tracciare bilanci».
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33 milioni
Cofinanziamento
Fondi Ue a rischio (sul totale di 65,8) se i cantieri sforano i tempi

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