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Questo articolo è stato pubblicato il 07 ottobre 2014 alle ore 06:38.
MILANO
Il Tar della Lombardia esaminerà da oggi il ricorso contro la Rho Monza sollevato dal Ccirm (comitato cittadini interramento Rho Monza), che si oppone all'opera lungo il tratto di Paderno Dugnano, il comune più colpito dal progetto. La principale obiezione riguarda sostanzialmente la mancata valutazione di impatto ambientale di tutti i possibili tracciati (incluso quello promosso dagli enti locali di un tunnel sotterraneo nell'area di Paderno).
Dopo anni di contrasti tra Regione Lombardia e amministrazioni e comitati locali, una Valutazione di impatto ambientale "ambigua" a livello ministeriale (con un ok complessivo ma con il rimando ad un ulteriore tavolo con i rappresentanti del territorio per il tratto di Paderno) e un piano finanziario privo di risorse reali da parte della società appaltante, la Serrravalle (responsabile dei primi 2 lotti), ora è certo che l'opera non verrà realizzata per l'Expo 2015.
Il piano A prevedeva l'ampliamento della strada su 14 corsie, per una decina di chilometri. Impossibile realizzarlo, almeno per ora: mancano i soldi e manca il consenso di tutti i Comuni. Poi si è passati al piano B, cioè la riduzione dell'ampliamento a quello che viene definito uno "stralcio funzionale" di pochi chilometri, avversato comunque dalla cittadinanza di Paderno Dugnano. Infine è cominciato a circolare un piano C, cioè una sopraelevata di un chilometro e mezzo nel centro urbano, per collegare la tangenziale Nord e l'attuale Rho-Monza. Anche questo senza progetti concreti, e comunque contrastato nuovamente dal comitato, che insiste sull'ipotesi di un interramento del tratto a Paderno.
Tutto fermo quindi, almeno fino al 2015. Poi si vedrà. Gli espropri in parte sono stati già fatti, ma ancora sulla realizzazione completa dell'opera regna l'incertezza, visto che nemmeno le risorse sono disponibili.
La patata bollente ora passa nelle mani del nuovo ad di Serravalle, Massimo Sarmi, arrivato proprio ieri ai vertici della società come amministratore delegato. A lui spetterà il compito di reperire i soldi per l'investimento, per ora collegato all'emissione di un prestito obbligazionario da 400 milioni approvato dall'assemblea dei soci ma ancora tutto da pensare. L'opposizione locale intanto si fa sempre più agguerrita: il Ccirm e il consigliere regionale Silvana Carcano (M5s) hanno inviato all'Autorità anticorruzione un dossier su questioni scivolose. Ci sarebbe in primis un lungo elenco di indagati ad occuparsi della vicenda (tra cui: il presidente dell'Ati vincitrice, l'ex provveditore alle opere pubbliche, uno dei membri della Via, coinvolti in varie vicende giudiziarie). Ma non solo: una variante per un sottoattraversamento ferroviario, costata 55 milioni in più, al comitato sembra sospetta, perché potrebbe far sorgere il dubbio che si tratti di un affidamento diretto (cioè senza gara) sotto mentite spoglie.
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