Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 08 ottobre 2014 alle ore 06:37.
L'ultima modifica è del 08 ottobre 2014 alle ore 06:55.

My24


TARANTO
Nessun trasferimento. Il processo per il disastro ambientale dell'Ilva resta a Taranto e si avvierà regolarmente con l'udienza del 16 ottobre davanti al gup Wilma Gilli. Ieri sera la prima sezione penale della Corte di Cassazione - presidente Umberto Giordano, relatore Margherita Cassano - ha definitivamente sciolto il nodo, rigettato l'istanza di rimessione presentata dagli avvocati di una serie di imputati, e confermato Taranto come sede del dibattimento. Adesso nell'udienza del 16 ottobre il gup avvierà l'esame delle tante richieste di costituzione di parte civile presentate. Ci sono, fra gli altri, i movimenti ambientalisti e i sindacati. Ma hanno annunciato la loro costituzione anche ministero dell'Ambiente, Comune di Taranto e Regione Puglia sebbene gli attuali vertici delle due istituzioni locali siano coinvolti nel procedimento.
Quarantanove le richieste di rinvio a giudizio da parte della Procura tra proprietari dell'Ilva, Nicola e Fabio Riva, l'ex presidente Bruno Ferrante, dirigenti attuali ed ex del siderurgico, consulenti della proprietà Riva (i cosiddetti "fiduciari"), attuali ed ex amministratori della Regione Puglia (tra cui il governatore Nichi Vendola), vertici dell'Agenzia regionale per l'ambiente (il direttore generale Giorgio Assennato), dirigenti regionali, l'attuale sindaco di Taranto, Ezio Stefàno, e l'ex presidente della Provincia di Taranto, Gianni Florido. Singole posizioni e capi di imputazione diversi che il gup è ora chiamato a vagliare a fronte delle richieste formulate dal pool guidato dal procuratore capo Franco Sebastio. Pesante l'accusa per Nicola e Fabio e Riva, l'ex direttore dello stabilimento di Taranto, Luigi Capogrosso, l'ex consulente Girolamo Archinà ed altri imputati: associazione a delinquere finalizzata al disastro ambientale. Oltre a 49 persone fisiche, ci sono inoltre tre soggetti giuridici per i quali è stato chiesto il processo e che rispondono in base alla legge sulla responsabilità amministrativa delle imprese. Si tratta della capogruppo Riva Fire e le società Ilva e Riva Forni Elettrici. Non c'è più, perchè morto ad aprile scorso, Emilio Riva, presidente sia dell'Ilva che del gruppo.
Il processo parte dopo le varie fasi dell'inchiesta giudiziaria che da luglio 2012 a settembre 2013 hanno portato ad numerosi arresti e sequestri. Clamoroso quello disposto a maggio 2013 dal gip di Taranto, Patrizia Todisco, per 8 miliardi sui beni e sui conti del gruppo Riva, Ilva esclusa in quanto salvaguardata dalla legge 231 del 2012. Sequestro poi annullato senza rinvio dalla Cassazione a dicembre dell'anno scorso. Tra le misure cautelari, invece, rientrano gli arresti ai domiciliari per Nicola ed Emilio Riva (un anno: da luglio 2012 a luglio 2013) e l'ordinanza di custodia in carcere, spiccata a novembre ma non eseguita, per Fabio Riva. Non eseguita perchè Fabio Riva è ancora a Londra dove attende la conclusione del giudizio di estradizione che lo riguarda.
L'istanza di rimessione era stata presentata a Taranto dagli avvocati dei Riva e di una serie di imputati poco prima che avesse inizio la prima udienza a metà giugno. Una mossa che era nell'aria. Per i legali, a Taranto non c'erano le condizioni per un giudizio sereno ed equilibrato. Acceso il clima che aveva segnato tutte le fasi della vicenda Ilva; forti le pressioni sociali; evidenti i rischi di condizionamento ambientale sui giudici; ampio, infine, l'impatto della fabbrica in termini di risarcimento danni e di coinvolgimento di larghi strati della popolazione. Per tutte queste ragioni, secondo gli avvocati, bisognava togliere il processo da Taranto. Una tesi che hanno però contrastato sia il sostituto procuratore generale della Cassazione, Enrico Delehaye, che la Procura di Taranto, la quale, fra l'altro, ha rammentato come i Riva, in precedenti giudizi a Taranto, siano stati anche assolti (l'accusa di monopolio al porto) e come il nuovo processo non riguardasse la chiusura o meno del siderurgico ma l'accertamento di responsabilità personali circoscritte nel tempo
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Commenta la notizia

Ultimi di sezione

Shopping24

Dai nostri archivi