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Questo articolo è stato pubblicato il 11 ottobre 2014 alle ore 11:13.
L'ultima modifica è del 11 ottobre 2014 alle ore 11:19.

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Sono rimasti per tre ore in cima ad una gru, ad un'altezza di circa 60 metri, i tre lavoratori della società Taranto container terminal (Tct) che, ieri sera, sono ricorsi ad un gesto forte per evidenziare la situazione critica nella quale si trovano da alcune settimane. Sono scesi dopo la mezzanotte grazie all'opera di persuasione fatta dai colleghi, dai rappresentanti della società e dalle forze di polizia, tutti giunti sul posto una volta scattato l'allarme. A quanto pare, i lavoratori avrebbero forzato uno degli accessi per raggiungere una delle gru della banchina e salirvi. Alla base della protesta, l'annunciata riduzione dei carichi di lavoro da parte di Tct con riflessi sullo stipendio. Un problema che si aggiunge al fatto che da mesi i 570 addetti di Tct sono in cassa integrazione che scadrà a maggio 2015.

La protesta di ieri sera è indicativa di come il terminal gestito da Hutchinson ed Evergreen attraverso Tct rimanga in emergenza nonostante due giorni fa il Tar di Lecce abbia sbloccato il primo dei cantieri atteso da anni: l'ammodernamento della banchina. Appaltati a novembre scorso dall'Autorità portuale per 46 milioni di euro a tre imprese, questi lavori, ad un anno di distanza, non sono mai partiti a causa di un contenzioso legale che tra Tar e Consiglio di Stato ha visto protagoniste le aziende vincitrici e quelle seconde in graduatoria. L'epilogo si è avuto giovedì scorso, col Tar che respinge il ricorso delle imprese inizialmente assegnatarie e poi escluse perchè non più in regola con i versamenti contributivi e conferma la legittimità del provvedimento dell'Authority. Quest'ultima, infatti, a fine agosto aveva revocato in autotutela l'appalto dato a novembre riassegnandolo al secondo gruppo classificato.

Il verdetto dei giudici amministrativi ha avuto un effetto positivo. I lavoratori di Tct hanno infatti sospeso il presidio allestito da alcuni giorni davanti alla sede dell'Autorità portuale, quest'ultima ha subito contattato le imprese subentrate affinchè rimettessero in attività il cantiere, e sia il sindaco di Taranto, Ezio Stefàno, che i sindacati hanno parlato di avvio del pacchetto di interventi infrastrutturali previsto per il terminal. Infatti, oltre all'ammodernamento della banchina, saranno effettuati anche i dragaggi dei fondali, per arrivare ad una profondità di 16,50 metri, e altri lavori. Ma la partenza delle opere non attenua la congiuntura che oggi attraversa il terminal container la cui attività, dopo che Evergreen ha tolto Taranto dagli approdi delle navi oceaniche per l'inadeguatezza dei fondali, è ridotta solo ad alcuni collegamenti minori tra cui uno tra il porto pugliese e il Pireo a servizio degli importatori locali. Per un terminal che, stando ai piani presentati, sarebbe dovuto arrivare a 2 milioni di container l'anno, è praticamente quasi nulla. Infatti, l'attività adesso scende da 12mila container al mese a circa 2000. Di qui l'annuncio di Tct di rivedere la sua organizzazione riducendo il lavoro. Annuncio contestato dai sindacati, poi sfociato nella protesta dei tre operai arrampicatisi sulla gru.

“Bisogna ritrovare al più presto - dice Sergio Prete, presidente dell'Autorità portuale di Taranto - un clima di collaborazione tra tutte le parti. Non ci porta da nessuna parte dire che i lavori al terminal scontano ritardi di anni. Stiamo cercando di superarli, il provvedimento del Tar è una buona notizia, e adesso va gestita la fase transitoria. Bisogna cioè vedere come l'avvio di tutte le opere in programma si impatta il meno possibile sulle attività operative e sui lavoratori. Non si può pensare di chiudere il terminal per tutta la fase di cantiere”.

Per la situazione del terminal, i sindacati Cgil, Cisl e Uil hanno scritto al prefetto di Taranto, Umberto Guidato, sollecitandolo ad intervenire verso il Governo perchè si affronti il rinnovo della cassa integrazione al personale di Tct e del sostegno al reddito, ora decurtato. Sul fronte infrastrutturale, infine, dopo che il Tar ha sbloccato il primo dei lavori previsti, si attende nei prossimi giorni una convocazione della presidenza del Consiglio con le parti firmatarie dell'accordo di giugno 2012 sul rilancio del traffico container nel porto. Convocazione che potrebbe arrivare nella prossima settimana.

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