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Questo articolo è stato pubblicato il 14 ottobre 2014 alle ore 06:38.

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MESTRE
Chi ha attorno ai quarant'anni se lo ricorda bene. Il Caballero era l'enduro dei sogni, per molti la moto con la emme maiuscola, desiderio dei sedicenni degli anni Settanta e Ottanta. Era prodotto dalla Fantic, storica azienda di Barzago, nel Lecchese, una delle più importanti fabbriche di motociclette d'Italia. Negli anni Ottanta divenne leader nel mondo del trial, vincendo tre titoli mondiali, ma subì poi un destino avverso e nel 2003 fu rilevata da un imprenditore veneto del caffè, Federico Fregnan, grande appassionato di moto. In dieci anni l'azienda è cresciuta, ha prodotto oltre 10mila moto portando i ricavi a 3 milioni, ha cambiato l'organizzazione interna rendendola più snella e managerializzata.
E ora, dopo aver respinto i corteggiamenti dei cinesi, la Fantic Motor cambia passo, dando una svolta innovativa e diversificata al proprio marchio, rilanciando il brand, puntando sull'innovazione e sul recupero della tradizione. La "forza" per far questo arriva dall'operazione di acquisizione che l'ha vista protagonista: l'azienda è stata acquisita per il 100% da Venetwork, che ha messo sul piatto 2 milioni di euro.
Non si tratta di una azienda concorrente; Venetwork è una rete di imprenditori veneti che, mettendoci fondi propri – della società e dei singoli investitori – già dal 2011 si è posta l'obiettivo di risollevare le sorti di aziende sane, innovative, ma sottopatrimonializzate. Il presidente di Venetwork è Alberto Baban, attuale presidente della Piccola Industria di Confindustria. «Non siamo un fondo di investimento; siamo imprenditori che fanno rete in un modo nuovo, che credono in un nuovo modello di business – spiega –, cioé quello della re-start up supportata da un benchmark di esperienze collettive e decennali. Sono le aziende che mettono a sistema le competenze, è una classe imprenditoriale che ha ancora molto entusiasmo nel futuro della manifattura». Venetwork, che conta 45 nomi, tra cui quello di Luca Marzotto della Zignago e Lauro Buoro della Nice, è alla sua quarta operazione. L'investimento prevede di raggiungere in cinque anni i 40 milioni di fatturato con un investimento complessivo di 5 milioni, portare la quota di mercato europeo nel segmento enduro (classe 50) dall'attuale 10% al 25%, aumentare i dipendenti (ora sono 15) e lo spazio produttivo (lo stabilimento di Dosson di Casier, a Treviso, potrebbe passare da 2mila a 20mila metri quadri).
Non solo. Il progetto ha anche un'altra ambizione: «Vogliamo entrare nel mercato delle bici elettriche – dice Mariano Roman, neo ad di Fantic –. Mercato con grandissime potenzialità nel quale possiamo raggiungere una quota del 2-3%». Ma c'è anche una grande attenzione al potenziamento del settore vintage (Fantic distribuisce prodotti con il marchio Mash).
Un rilancio del brand in piena regola, con corposi investimenti anche sul merchandising.
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