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Questo articolo è stato pubblicato il 16 ottobre 2014 alle ore 06:38.

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MOSCA. Dal nostro inviato
È scattato ieri il decimo compleanno dei Saloni WorldWide al Crocus di Mosca, la "mini-trasposizione" in Russia del Salone del Mobile di Milano (che resterà aperta fino a sabato), ma la torta ha un retrogusto amaro. È vero infatti che le sanzioni economiche, imposte dalla Russia all'Unione europea come ritorsione per quelle decise da Bruxelles in seguito alla crisi in Ucraina, non hanno colpito direttamente il settore del legno-arredo. Ma l'incertezza e il clima di precarietà su ordini e investimenti si fanno sentire.
Una situazione su cui influiscono il rallentamento delle transazioni finanziarie (quelle sì per diretto effetto delle sanzioni imposte), ma anche la forte svalutazione del rublo (che da inizio anno ha perso il 22% rispetto al dollaro e il 12% rispetto all'euro). Si acquista meno per il timore di un aumento dei costi o addirittura un blocco delle transazioni. Se prima si ricevevano grandi ordini con estrema facilità, oggi, da parte russa, il processo decisionale è più lento. Soprattutto, i grandi costruttori russi che investono in complessi residenziali e hotel nel proprio Paese, ma che di solito facevano rientrare ad hoc i capitali detenuti in Europa, ora non possono più movimentare facilmente i flussi. E il settore del contract ne risente.
«Negli ultimi anni – ha spiegato il presidente di FederlegnoArredo, Roberto Snaidero – eravamo abituati a crescere del 7-8% in media sul mercato russo. Quest'anno stimiamo un sostanziale pareggio. Probabilmente tra lo zero e l'1% di tenuta. Considerando che il 2013 è stato particolarmente positivo, con una crescita del 9,5% rispetto all'anno precedente per l'intera filiera del legno-arredo, il decremento è significativo». L'Italia complessivamente esporta il 50% della sua produzione nel settore, pari a 28 miliardi di euro, ed è il primo fornitore di mobili in Russia (con una quota del 25% del mercato), seguita dalla Cina (23%) e dalla Germania (10%). Per le imprese italiane del comparto legno-arredo, la Russia rappresenta il quarto mercato per export, dopo Francia, Germania e Usa, pari a circa 950 milioni di euro. Nel solo segmento del mobile, la Russia ha ottenuto la medaglia di bronzo nelle esportazioni, pari a 874 milioni di euro nel 2013, in crescita del 9,5 per cento. Ancora nei primi tre mesi del 2014 le vendite verso la Russia aumentavano del 2,7% rispetto a un anno prima (al quinto posto).
L'Italia crede in questo mercato. E soprattutto non vuole lasciare campo libero all'agguerrita concorrenza turca e cinese, che si tengono lontane dal Salone ma si muovono da oltre due mesi in città. Le aziende espositrici alla decima edizione dei Saloni WorldWide di Mosca sono 526 (454 espositori italiani e 72 stranieri, provenienti da Australia, Belgio, Francia, Germania, Gran Bretagna, Olanda, Repubblica Ceca, Portogallo e Spagna), 42.818 sono gli operatori attesi, attivi nel settore arredi per la casa e imbottiti, illuminotecnica, cucine, mobili da ufficio e arredobagno.
Quest'anno, inoltre, per la prima volta debutta anche l'edizione moscovita di Made Expo WorldWide (fiera dedicata a edilizia e finiture d'interni), oltre a quella di Homi (oggetti per la casa), in sinergia con Fiera Milano. «Un progetto ambizioso – ha aggiunto Snaidero – che ha saputo attrarre un buon numero di imprese nonostante la non facile situazione socio-economica della Russia. L'obiettivo è coniugare le esigenze di questo mercato al gusto italiano per il design e l'arredamento, per la scelta delle finiture e degli elementi d'arredo, gli utensili di uso quotidiano in uno stile coerente e apprezzato nel mondo».
Nell'ambito di Made Expo WorldWide è stato anche allestito il Padiglione nazionale italiano insieme a Confindustria Ceramica (lo spazio «Ceramics of Italy»), che riunisce 30 imprese e ha realizzato un piano di comunicazione sui media russi. In questo quadro, anche l'Ice fa la sua parte, favorendo l'incoming di buyers soprattutto dalle aree del Caucaso e dai Paesi dell'ex-Urss, dato che Mosca è da sempre hub fieristico e commerciale per tutti i Paesi dell'ex blocco sovietico.
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