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Questo articolo è stato pubblicato il 18 ottobre 2014 alle ore 08:12.
L'ultima modifica è del 18 ottobre 2014 alle ore 09:06.

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BOLOGNA
Una netta accelerata, «decisa dopo il confronto con i nostri associati», dice il presidente di Unindustria Bologna Alberto Vacchi.
Con due anni di anticipo gli industriali di Modena, Bologna e Ferrara siglano la lettera di intenti che, entro 24 mesi circa, porterà alla fusione delle tre associazioni. E alla nascita di un colosso della rappresentanza con oltre 3.400 imprese e un totale di 151mila addetti. La lettera d'intenti, firmata da Vacchi, Riccardo Maiarelli (Ferrara) e Valter Caiumi (Modena) fissa le linee del piano di fusione. Prima tappa, nel maggio del 2015, con la presentazione del progetto dettagliato. Poi la fusione entro la fine del 2016. «Vogliamo disegnare il profilo di una associazione – spiega Riccardo Maiarelli – che continui a erogare servizi sul territorio senza perdere quella vicinanza che è uno dei nostri punti di forza». Obiettivo non più rinviabile, osserva Caiumi: «Creare un'unica associazione significa acquisire maggiore autorevolezza, integrare meglio le nostre capacità, sviluppare ancora di più le potenzialità». Le tre associazioni portano in dote la forza di distretti come la packaging valley di Bologna e il biomedicale di Mirandola. Con una operazione che precede di pochi giorni il debutto di Confindustria Romagna, l'unione federativa tra gli industriali di Rimini, Forlì e Cesena, Ravenna. «Un passaggio che noi abbiamo deciso di saltare – aggiunge Vacchi – per dare subito origine a una associazione. Una sfida rilevante».
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