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Questo articolo è stato pubblicato il 18 ottobre 2014 alle ore 13:49.
L'ultima modifica è del 18 ottobre 2014 alle ore 15:08.

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«Il nuovo collegamento ferroviario fra Torino e Lione è un “progetto faro” per la Francia, insieme al canale Senna-Nord. Va sostenuto, perché è un'opportunità eccezionale, sia sotto l'aspetto delle grandi sfide economiche che di quelle ambientali». Le parole, fra le tante che in questi giorni si riconcorrono intorno al progetto dell'alta velocità ferroviaria fra il capoluogo piemontese e quello della Rhone-Alpes, sono del primo ministro francese Manuel Valls, che ieri – durante una visita in Savoia - ha partecipato ad un incontro presso la sede di Chambery di Ltf, la Lyon-Turin Ferroviaire, società promotrice della progettazione sulla tratta internazionale dell'opera.

Più che nei mesi passati, questo autunno è un momento delicato per il futuro dell'infrastruttura: il bando per il cofinanziamento delle grandi reti continentali di trasporto è aperto fino a febbraio e Italia e Francia puntano con la Torino-Lione a fare il pieno, ottenendo il 40% di supporto economico da parte dell'Europa.

Il rincorrersi delle prese di posizione va letto come un segno della sfida in ballo: appena martedì scorso, durante un incontro che si è svolto a Bruxelles e in cui i rappresentanti del Movimento no Tav italiano e francese hanno presentato le proprie ragioni ai nuovi parlamentari europei, Michael Cramer, presidente della Commissione Trasporti del Parlamento Europeo ed esponente del Gruppo Verde/Alleanza libera europea, ha gelato i sostenitori della linea, dichiarando che «non è verosimile pensare che l'Unione Europea sia in grado di coprire il 40% del costo totale della Torino-Lione, come sperato dai governi di Italia e Francia». Valutazione a cui sia il commissario del Governo italiano, Mario Virano, che il direttore di Ltf, Maurizio Bufalini hanno replicato confermando di avere il pieno sostegno della Commissione e ribadendo che l'infrastruttura compare nel regolamento finanziario dell'Ue, approvato dal Parlamento l'11 dicembre 2013, fra le tratte preselezionate del corridoio mediterraneo con sezione transfrontaliera, per cui è previsto un contributo del 50% nella fase di studio e del 40% per ciò che riguarda i lavori.

Ieri anche Valls (che a Chambery ha incontrato Hubert du Mesnil, presidente di Ltf, Louis Besson, Presidente della Cig Commissione Intergovernativa e diversi rappresentanti istituzionali della Savoia e Rhône-Alpes) ha confermato la piena intenzione della Francia nell'andare avanti per la richiesta di fondi all'Europa. In vista dell'avviso internazionale, ha spiegato il primo ministro, «non c'è tempo da perdere. Bisogna procedere spediti».
Nel frattempo, però, sul versante transalpino, un nuovo ostacolo potrebbe profilarsi sul cammino della Torino-Lione. La Corte dei Conti francese, infatti, mercoledì prossimo, 23 ottobre, presenterà il proprio rapporto sulle reti ad alta velocità. Documento che fa il punto sullo stato dell'arte e sull'utilizzo delle linee Lgv ed esamina l'opportunità economica e sociale degli investimenti pubblici in corso. Già in passato l'organismo aveva espresso un parere severo sul progetto.

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