Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 22 ottobre 2014 alle ore 09:34.

My24
(Imagoeconomica)(Imagoeconomica)

«Ci sono fra i tre e i quattromila posti che stanno ballando. Lo dicevamo da tempo e un intervento si sta rendendo sempre più urgente». Michele Azzola (Slc Cgil) vuole dare il carattere della massima urgenza alla necessità di intervenire, per evitare che la situazione precipiti. L'ultimo bubbone, in ordine di tempo, è scoppiato in casa E-Care, contact center con 2.300 dipendenti in Italia, 63 milioni di giro d'affari nel 2013, con la procedura di mobilità per 489 lavoratori nella sede di Cesano Boscone (Mi), a causa – hanno dichiarato da E-Care – del mancato rinnovo di una commessa Fastweb. Addebito rispetto al mittente dalla controllata di Swisscom con conseguente botta e risposta al termine del quale, comunque, E-Care scrive che «nei prossimi giorni è previsto un nuovo incontro con i vertici aziendali di Fastweb per provare a trovare soluzioni percorribili».

Prima è stata la vicenda del call center Accenture di Palermo a essere finita sotto i riflettori. Il committente Bt ha deciso di interrompere il rapporto di fornitura e questo si è tradotto negli esuberi dichiarati da Accenture a Palermo (262). Le due aziende avrebbero trovato un accordo per mantenere l'occupazione, ritenuto però irricevibile dai sindacati. «Se non riusciremo a trovare un accordo a breve, saremo costretti a lanciare la procedura di mobilità», dichiarano da Accenture.

La situazione livello generale resta critica, tanto che il 21 novembre si terrà la seconda giornata di sciopero nazionale del settore. «C'è una responsabilità – dice Giorgio Serao (Fistel-Cisl) – dei call center stessi che hanno accettato un gioco al ribasso. Ora loro, ma anche noi, non dobbiamo più cedere ad accordi per salvare a ogni costo capra e cavoli».
Fra le varie richieste dei sindacati, oltre «alla questione dell'articolo 24 bis del decreto sviluppo» per frenare le delocalizzazioni, la principale sta nella richiesta di estendere quanto previsto dall'articolo 2112 del Codice civile (in pratica la riassunzione del personale dipendente) anche ai cambi d'appalto oltre che in caso di passaggio di ramo d'azienda.

Una richiesta che trova d'accordo anche l'associazione di categoria Assocontact: «Non si può sempre cambiare abbassando l'asticella», precisa il presidente Umberto Costamagna. «Sulle ipotesi di fine gara e cambio d'appalto – aggiunge – bisogna sedersi attorno a un tavolo e discuterne». Sul tema è però diversa la posizione di Asstel. «Non riteniamo – spiega Raffaele Nardacchione, direttore Asstel – che sia estendibile anche a questo settore l'automatica applicazione dell'articolo 2112 del Codice civile per i cambi d'appalto. Faccio presente peraltro che noi abbiamo un contratto di settore che all'articolo 53 tiene in grande considerazione le condizioni per la stipula di appalti, imponendo di fatto la richiesta di garanzie a tutela delle aziende e dei lavoratori».

Il tavolo nazionale di settore, al Mise a quanto risulta al Sole 24 Ore, sarà convocato entro la metà di novembre. Prima, sempre al Mise c'è il tavolo Almaviva. Per il gigante di contact center (700 milioni di euro di giro d'affari e 9mila dipendenti nel Crm in Italia) ci sono 2.500 esuberi gestiti al momento con contratti di solidarietà fino a maggio. Però c'è anche un piano industriale da 40 milioni di euro in 4 anni. Purché ci siano le condizioni, ha fatto capire l'azienda. E quindi le risposte di sistema.

Commenta la notizia

Ultimi di sezione

Shopping24

Dai nostri archivi