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Questo articolo è stato pubblicato il 22 ottobre 2014 alle ore 06:39.
L'ultima modifica è del 22 ottobre 2014 alle ore 10:15.

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ROMA
Indossando il vello di agnelli dell'ecologia, spesso i nemici dell'ambiente tuonano contro le semplificazioni delle norme ecologiche. È sufficiente una lettura dei "social network" per trovare frasi come "la deregulation aprirà le porte all'ecomafia". Così senza semplificazioni non è possibile decontaminare le decine di Sin (Siti di interesse nazionale) inquinati dall'industria pesante del secolo scorso. Senza semplificazioni si lasciano larghe le maglie degli abusi. La semplificazione che chiede il presidente della Federchimica, Cesare Puccioni, serve sì a rendere più solido un comparto industriale che deve competere più di altri sui mercati internazionali, ma serve anche a liberare verso la sostenibilità risorse, investimenti e soprattutto il capitale più prezioso dell'Italia, quella che un ex presidente della Federchimica e imprenditore del settore, Giorgio Squinzi presidente della Confindustria, ama definire «la materia prima che è la materia grigia».
Così ieri alla presentazione del rapporto ambientale Responsible Care promosso dalla Federchimica il parlamentare alfaniano Raffaello Vignali ha parlato della necessità di un piano energetico, di una politica industriale, di semplificazioni, di sostenibilità anche economica delle leggi («La complicazione peggiora l'ambiente, come dimostra la paralisi dei risanamenti dei luoghi inquinati», commenta). Ed Ermete Realacci, ambientalista di lungo corso e deputato del Pd, ricorda che la semplificazione normativa protegge l'ambiente e i cittadini quando è accompagnata da controlli efficaci.
Le esperienze d'azienda ricordate ieri alla presentazione del Responsible Care da imprenditori come Paolo Lamberti (chimica fine e chimica delle specialità innovative), da executive di multinazionali come Mauro Chiassarini e Andrea Barella (Bayer e Sumitomo), dal presidente dell'Inail Massimo De Felice da sindacalisti illuminanti come Roberto Bricola della Filctem Cgil parlano di imprese che hanno bisogno di un terreno fertile per poter seminare e far crescere ambiente e innovazione. Nell'economia sterile, non perdono solamente i bilanci aziendali.
«L'industria è non solo responsabile, ma cosciente del suo ruolo nella società», specifica Cesare Puccioni, presidente della Federchimica. «Un'industria chimica forte e competitiva, infatti, è promotrice di sviluppo sostenibile: trasferisce tecnologia e innovazione a tutti i settori manifatturieri e con i suoi prodootti aiuta anche gli utilizzatori a ridurre l'impatto ambientale. La chimica si candida a diventare modello di sviluppo ambientale, economico e sociale».
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L'OBIETTIVO
Semplificazione strategica
La semplificazione che chiede il presidente della Federchimica, Cesare Puccioni, serve sì a rendere più solido un comparto industriale che deve competere più di altri sui mercati internazionali, ma serve anche a liberare verso la sostenibilità risorse, investimenti e quella materia prima indispensabile per la crescita che sono i cervelli

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